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Le vicende legali a partire dalla "Vicenda Striscia"

Il titolo dello studio di Raffaella Coco e Stefano Visco, Tra maltrattamento e ignoranza, si adatta perfettamente alle vicende legali riguardanti l'utilizzo del collare elettrico e di altri sistemi coercitivi in addestramento, un misto di reali maltrattamenti agli animali, ordinanze emanate più per placare i mass media che con l'intenzione di mettere seriamente mano al problema, totale ignoranza in materia di addestramento, nessuna conoscenza degli argomenti trattati da parte degli organi di stampa.

E' soprattutto la vicenda Striscia, con la forza della visibilità mediatica, a dare uno scossone improvviso ed imprevisto ad un mondo, quello dell'addestramento, fino a quel momento quasi del tutto ignorato. Il video di Striscia è un video forte, che colpisce allo stomaco, girato però in occasione di uno stage di addestramento e tenuto da un guru del settore, un famoso conduttore tedesco, Jorg Sauer, invitato proprio per "insegnare" . Chi conosce il mondo del pastore tedesco sa perfettamente chi sia Jorg Sauer e anche i rapporti stretti con il mondo dell'addestramento italiano (per inciso Sauer ha anche fatto parte della nazionale italiana al Campionato del Mondo di Addestramento WUSV) . Il commento fatto sia da Striscia che dalle persone intervistate è totalmente privo delle più elementari conoscenze rispetto a quanto si sta mostrando nel filmato. Il che non cambia di una virgola il fatto che il cane sia sottoposto a sofferenze gratuite (tra l'altro in questo caso lo scopo è soprattutto quello di mostrare l'esercizio) ma mette una distanza abissale tra il mondo dell'addestramento e il resto dell'universo cinofilo e non fa minimamente informazione, bollando tutto il mondo dell'UD come un ambiente di pazzi che maltrattano i loro cani ed autorizzando animalisti, addestratori "gentili" , legislatori e proprietari dei cani a bollare tutto l'addestramento "tradizionale" come un sistema barbaro dove il rispetto dell'animale è totalmente sconosciuto. Il mondo dell'addestramento esce malissimo da questa vicenda, perchè perde un'importante occasione che era quella di prendere, nei fatti e nella sostanza, non solo nella forma, le distanze da certi metodi, salvaguardando però il patrimonio di conoscenze, capacità addestrative e conoscenza dei cani dei grandi addestratori. Invece la reazione è stata quella da un lato di una terribile ipocrisia (il cui culmine è dato dalle giustificazioni scritte all'ENCI dall'avvocato del giudice ENCI di prove Domenico Carnicella, uno dei protagonisti del video di Striscia) come se l'utilizzo del tele non fosse una realtà concreta nel mondo dell'UD e i protagonisti del video fossero degli "alieni", dall'altro di una chiusura a riccio, di mera difesa corporativistica, per la quale anche chi non condivideva i "sistemi alla Sauer" non ha fatto sentire in modo concreto la propria voce. Il risultato è stato un gattopardesco lasciare che, passata la bufera Striscia e le ordinanze varie, puntualmente e correttamente abrogate dal TAR , le cose restassero come sempre, con qualche cautela in più nello svolgere addestramenti per le gare UD a porte chiuse. In più, il fatto che la vicenda non sia stata affrontata in modo concreto e senza paraocchi ha fatto sì che nessun privato sia concretamente in grado di discernere tra addestratori seri ed improvvisatori, che alcune razze siano state bollate come "aggressive", che non ci sia una reale consapevolezza dell'utilizzo di alcuni strumenti di addestramento, tanto che una persona che porti il proprio cane dal veterinario mettendogli al collo un collare a punte, senza utilizzarlo, ma solo come deterrente per un cane fortemente litigioso, si vede arrivare i vigili allertati da una denuncia per maltrattamenti.

Ma qual'è, allo stato attuale, la situazione a livello legislativo? Proviamo a fare un pochino d'ordine tra ordinanze e sentenze varie. Dopo la vicenda Striscia un'interrogazione parlamentare scatena la reazione sia dell'ENCI (e di conseguenza della SAS -leggete il Comunicato del Presidente e il Verbale del CDN ), che quelle del ministro Storace che, in tutta fretta e senza molto criterio, emana l' ordinanza “Divieto dell'uso del collare elettrico e di altro analogo strumento sui cani” del 5 luglio 2005. L'ordinanza Storace viene abrogata dal TAR del Lazio a cui ricorrono alcune ditte produttrici di collari antiabbaio e per addestramento (attenzione al non insignificante particolare che l'utilizzo del collare elettrico nei numeri è assai più ampio nei cani da caccia di quanto non sia in UD) in quanto utilizzata per interpretare in modo estensivo la legge penale (la legge 189 del 2004, in particolare l' art 544 ter) e non dimostrava nè l'urgenza del provvedimento, nè il pericolo eminente, nè soprattutto quale carenza legislativa si volesse colmare. Stessa sorte, come ovvio, subirà anche la successiva ordinanza emanata dal ministro Turco su “Tutela dell' incolumità pubblica dall'aggressione dei cani” del 12 dicembre 2006, anch'essa abrogata dal TAR del Lazio, il 23 aprile del 2008. Tuttavia, a fronte dell'abrogazione delle ordinanze, vi sono alcune sentenze specifiche, una legata al video di Striscia in cui si vedeva uno pseudoaddestratore di Bologna, poi condannato, a seguito di una denuncia della LAV e di una perquisizione dei carabinieri, condannato a 4000 euro di multa, al pagamento delle spese legali e di una provvisionale di 1000 euro da versare alla Lav come parte civile, per maltrattamento di animali sulla base dell'articolo 544 ter. Anche la Cassazione ( n.15061, sezione terza penale)si è espressa in merito condannando per maltrattamenti una donna denunciata per l'utilizzo sul proprio cane di un collare antiabbaio). Nella sentenza si legge che: “L'uso del collare antiabbaio, a prescindere dalla specifica Ordinanza mínisteriale e dalla sua efficacia, rientra nella previsione del Codice penale che vieta il maltrattamento degli animali e nel caso in esame il referto medico del veterinario richiamato nella richiesta di sequestro preventivo attestava lo stato di sofferenza dell'animale." Il 30 maggio 2007, invece, il Tribunale di Mantova aveva revocato il precedente sequestro preventivo su tutto il territorio nazionale emesso dal GIP di quel Tribunale penale in data 27.1.07. Il Pubblico Ministero ha concluso “nel senso che la potenza usata, l’energia emessa e le sensazioni percepite dal cane sono estremamente limitate e non possono in alcun modo definirsi maltrattamenti o sevizie” e ancora ha dichiarato che è “da escludere una generica illegittimità del collare dovendosi valutare soltanto caso per caso se l’uso dello stesso possa essere inappropriato o distorto e tale da essere effettivamente dannoso così come lo potrebbe essere l’uso inidoneo di qualsiasi altro strumento (collari a strozzo, con le punte, percosse, privazioni, uso di strumenti offensivi, ecc.)”.

Le notizie recentissime raccontano di un sequestro ad opera della Polizia Postale veneta di un numero elevato di collari elettrici e collari a punte, venduti tramite internet, sempre basandosi sulla legge relativa ai maltrattamenti porta a pensare che l'intenzione sia quella di punire non solo l'uso conclamato del collare elettrico (e di altri collari coercitivi) ma anche la detenzione e la vendita, visto che non esiste altro utilizzo per tali strumenti, che non quello che comporta il maltrattamento. Siamo probabilmente di fronte ad una svolta che dovrebbe comportare, però, un nuovo intervento legislativo serio e consapevole, altrimenti oltre alle condanne per casi conclamati, resteranno i rischi di una totale confusione che può portare a casi di denuncia per un maltrattamento inesistente (persino uno strattone con un normale collare può essere configurato come maltrattamento) e a sequestri di collari mentre su internet restano siti di ditte famosissime (le ricorrenti dei vari ricorsi al Tar del Lazio) che pubblicizzano e vendono i collari elettrici con tanto di indicazioni di testimonianze di veterinari, a sostenere che i collari "di nuova generazione" non comportano rischi per la salute del cane.

 

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