da hecktor a rex

Complimenti Presidente? La vicenda Striscia e l'UD.

Leggiamo che la SAS dopo il primo (doveroso ma forse un po' precipitoso) comunicato, ha ritenuto di pubblicarne un secondo con alcune precisazioni (lo potete leggere a questo link)

Si precisa quali siano stati i provvedimenti disciplinari immediatamente presi: commissariamento della Sezione SAS Vicenza e sospensione dei tre soci coinvolti. Si presume che uno di questi sia il kick-boxer immortalato nel servizio, gli altri sono il figurante che stava lavorando un cane (probabilmente proprio quello dell'aggressore) e un altro socio che, dal verbale dei NAS, risulta avesse in macchina il cane con al collo un collare elettrico e un collare a punte limate. A differenza degli altri non mettiamo i nomi perchè, a parte l'idiota del filmato con “lombrosiano” profilo FB (che quell'esposizione se la merita tutta), riteniamo che la crocifissione mediatica sia già sufficiente, tanto più se arriva da persone che lavorano con gli stessi metodi o che non possono dire “noi non sapevamo”.

La prima parte del comunicato del presidente (al netto dell'ipocrisia di fondo) è del tutto condivisibile. Forse poteva risparmiarsi l'accenno agli “sciacalli” che “si gettano sulla vicenda per gettare discredito sulla SAS”. A chi si riferisca il presidente per, chi, come noi, è attento a quanto si scrive su FB, è abbastanza chiaro e reso ancor più evidente anche da altri riferimenti seguenti.

Ma, ci chiediamo noi, davvero la presenza di questi “sciacalli” che strumentalizzano la vicenda è da considerare, in una scala di valori, come la cosa che fa più male di tutte, quindi più del comportamento visto in quel video?

E il Presidente che, in un comunicato dove il tema è l'utilità e difesa, ricorda come la SAS sia “il fiore all' occhiello della cinofilia nazionale essendo, sia per la propria storia che per il suo continuo sviluppo, la società speciale meglio organizzata e che, in ambito mondiale, è seconda solo alla madre patria Germania dominando la scena in ambito zootecnico con le proprie linee di sangue che attualmente influenzano in maniera determinate l'allevamento mondiale” non sta forse, anche lui, strumentalizzando la vicenda?

Che c'azzeccano l'allevamento mondiale e i grandi successi italiani in quel settore, successi dei quali il presidente è sicuramente uno dei protagonisti?

E' poi così opportuno ricordare il mondo delle esposizioni, dove i brevetti vengono considerati come un ostacolo da superare in fretta e non importa come?

Il settore espositivo è l 'altra faccia della medaglia delle derive agonistiche. Una faccia numericamente rilevante e molto ma molto potente (basti vedere la percentuali di bellezzari e di lavoristi tra i componenti dei CDN SAS, di tutte le dirigenze, fortemente sbilanciate a favore dei primi).

Siamo sicuri che proprio il settore espositivo, fiore all'occhiello per i suoi risultati, non abbia responsabilità in questa vicenda e pesantissime?

Perchè i due settori non sono così distinti. I tecnici (giudici, figuranti, preparatori) più rinomati e importanti dell'addestramento italiano non sono forse, a tutt'oggi, gli unici a rendere possibili quei "miracoli" che permettono ai cani da bellezza anche se privi di doti caratteriali di superare le famigerate prove IPO? E non sono forse sempre loro che consentono ai cani destinati al titolo di Auslese (quelli che influenzano profondamente la selezione) di fregiarsi del più alto grado di addestramento (IPO3), obbligatorio per riconfermare il titolo? Certo sarebbe difficile usare il pugno di ferro e far rispettare seriamente le delibere di CDN sul divieto di strumenti coercitivi se gli agonisti spinti, così indispensabili per la sopravvivenza del settore allevamento, fossero anche utilizzatori di quegli strumenti nella preparazione dei loro blasonati soggetti da UD.

Ma torniamo al comunicato.

Perfetta la difesa dei tanti soci che lavorano nel rispetto dei regolamenti e delle regole etiche e morali. Le tantissime persone che amano lavorare con il proprio cane meritano questa difesa. Comprese le persone che gestiscono la sezione SAS Vicenza e che partecipano alla vita societaria del campo incriminato.

Però non ci sentiamo di condividere la frase in cui si esaltano le “migliaia di appassionati amatori” screditati da “pochi individui che non meritano di stare in questa società e soprattutto di possedere un animale”. Se (fatto salvo per il pugilatore violento) le persone trovate con il tele nelle macchine (che quindi non sappiamo neppure se e come lo avrebbero usato) a noi, che frequentiamo da tantissimi anni i campi SAS, non appaiono così diversi o alieni rispetto ad alcuni componenti dell'attuale comitato tecnico, a giudici di prove o blasonati preparatori-figuranti italiani e stranieri.

Nella precedente vicenda Striscia del novembre 2004 (dove, a differenza che in questo caso, il filmato comprovava in modo inequivocabile il maltrattamento del cane) i protagonisti erano un guru dell'addestramento tedesco (che infatti era il docente del seminario sulle tecniche di addestramento), un esperto giudice di prove (che, pagato il suo debito e scontata la squalifica, è tornato a fare il giudice in importanti manifestazioni...e ci chiediamo se abbia o meno abdicato alle sue precedenti convinzioni sui metodi) e un socio che, essendo quello meno potente, ha pagato più di tutti e che solo da poco è potuto tornare a condurre i suoi cani in gara.

All' epoca uno di noi, che conosceva personalmente il socio addestratore, scrisse di tutto il suo imbarazzo tra l'inevitabile presa di posizione di fronte a tanta brutalità e la conoscenza diretta della passione e dell'amore per i cani con cui aveva visto lavorare quel socio.

Anche allora, con forza, la SAS che vedeva responsabile addestramento Sesto Carmelo e Luciano Musolino responsabile allevamento e direttore, prese posizione, inflisse la massima sanzione possibile ai soci implicati, emanò una delibera in base alla quale proibiva qualsiasi iniziativa (corsi, stage, seminari) sui campi SAS che non fosse preventivamente approvata dal CDN, deliberò infine in modo chiaro e preciso che, sui campi SAS, fossero proibiti l'utilizzo del collare elettrico e dei sistemi coercitivi.

Una delibera che fa bella mostra di sé, da allora, in tutte le bacheche dei campi SAS ma che, nei fatti, è rimasta solo sulla carta.

Le prove per questa affermazione? Ahimè, l'ultimo video di Striscia.

Il fatto che uno dei protagonisti sia stato un componente della squadra italiana WUSV non depone certo a favore della tesi dei “pochi individui”, brutti, sporchi e cattivi.

Non nascondiamoci dietro a un dito, lo sappiamo tutti come vanno le cose. Lo sa bene anche il Presidente che scrive quel comunicato, non fosse altro per essere stato presente alla discussione tenutasi al Campionato Nati e Allevati 2011 tra Daniela Dondero e Angelo Taddei prima e Mimmo Carnicella poi, il tutto alla presenza, oltre che del presidente, del responsabile nazionale addestramento Agatino Corvaia, del direttore Ezio Guerrino Roman e del responsabile figuranti Vincenzo Magnati. Chissà se il presidente si è reso conto che, in quella discussione, nessuno degli intervenuti ha negato l'utilizzo del collare elettrico (e nemmeno il fatto di considerare un maestro il buon Jorg Sauer...già, proprio il guru del video di Striscia 2004)

Ma certo, da stigmatizzare era questa rivista, rea di gettare discredito senza avere reali conoscenze tecniche, senza aver visto con i propri occhi altro che il panico di alcuni cani e la loro reazione "fulminante" agli esercizi. Ma sì sa, gli NQ o le squalifiche per mancanza di controllo sono ampiamente compensate dagli eccellente e molto buono alto e dai risultati. Come quella volta che, su un campo SAS, assistemmo a un “allenamento” prima di un Campionato. Cane e conduttore salirono sul podio. Non denunciammo il fatto perchè eravamo ospiti di un amico ma il solo averne scritto su un forum, senza fare il nome del conduttore e del campo, ci valse la scomunica da parte di quell'amico e di altri amici lavoristi.

I problemi, questo avrebbe dovuto avere il coraggio di scrivere il presidente, sono ben altri.
Esistono persone che, ormai, ritengono obsolete certe tecniche (magari le hanno usate in passato, ma ora ne hanno preso le distanze), persone che non le hanno mai usate, persone che le hanno usate con modalità che, secondo loro e secondo alcuni studi, non comportano maltrattamento.
Queste persone che non sono mai stati dei macellai, che non hanno mai massacrato (o si sono pentiti di averlo fatto e non lo fanno più) un cane con lo shaker o con il bastone per i maiali si dividono in oppositori (pochissimi) del tele e in sostenitori (la maggioranza) di un utilizzo consapevole e mirato.
Questi ultimi, almeno in Italia, non si sono mai fatti portavoce di una seria battaglia per portare avanti le proprie teorie. Una battaglia che, forse, avrebbe potuto determinare una legislazione chiara che stabilisse limiti e regole.
I primi, invece, sentendosi delle mosche bianche, si sono barcamenati tra il sentirsi complici dei “macellai”, il rifiuto comunque di operare come delatori nei confronti di amici e/o colleghi e le lotte con gentilisti-comportamentisti-cinofilosofi che li bollavano comunque come torturatori, magari perchè utilizzavano un colllare a strozzo.

In tutto questo, nessuno, almeno non in Italia, ha riportato il discorso dell'utilità e difesa al suo valore originario che NON è quello di sport, ma è quello di fornire strumenti selettivi.

Questo avrebbe dovuto rimarcare proprio il presidente che è anche un selezionatore della razza.

Solo partendo dallo studio degli impulsi e delle doti caratteriali del cane e delle specifiche razze ha senso discutere di utilità e difesa.
Senza nascondersi dietro la favoletta del “gioco”, come se il cane da UD fosse solo istinto predatorio.
L'UD è un rituale, certo. L'UD è un fantastico modo per mettersi in gioco, per creare rapporto, per conoscere al meglio il nostro cane. Chi la pratica si innamora di questa disciplina, ad occhi esterni una sorta di lucida follia.

Ma le doti caratteriali che emergono e vengono canalizzate (e testate) sono quelle di un animale, nel nostro caso il pastore tedesco, che non è né un cane da salotto come vorrebbero certi bellezzari, né una macchina da guerra (e neppure gioiosa) controllabile solo con fortissima coercizione (e non sempre controllabile, vedi il povero Carek).

Dopo la prima vicenda Striscia (2004), abbiamo scritto migliaia di pagine, discutendo con gli appassionati di UD, cercando di far capire che non c'era più tempo, che non si poteva salvare l'UD se non si fosse fatta seriamente informazione e cultura cinofila.

La SAS aveva dalla sua strutture organizzate, migliaia di soci e tecnici con una competenza del cane da fare invidia a tutte le associazioni di addestratori, educatori e comportamentisti messe insieme.

Immaginate una società specializzata come la SAS che aprisse al pubblico i propri campi, che diffondesse cultura, che spiegasse al resto del mondo cosa fosse l'Utilità e Difesa e capirete che, con un lavoro simile, nell'arco di quasi dieci anni, oggi Edoardo Stoppa non avrebbe potuto raccontare le immani balle della parte iniziale del servizio.

Però, per aprire i campi dove si praticava UD al resto del mondo, era indispensabile pretendere che venissero eliminati tele, shaker e collari a punte limate.

Era indispensabile, soprattutto, che nei campi di addestramento non si lavorasse per arrivare ai 100 100 100, ma per valutare sino a quale limite potesse spingersi, per le proprie doti naturali, il cane. Senza il doping di un addestramento volto a mascherare e nascondere.

Era indispensabile un tavolo tecnico serio che ponesse il tema dei criteri di valutazione nei giudizi delle prove, che proponesse soluzioni rispettose delle varie razze e dei loro limiti.

Era indispensabile una sinergia tra esperti allevatori e esperti addestratori, tra selezionatori della razza, tecnici, etologi, veterinari, comportamentisti (sì, pure loro, almeno quelli seri).

Per questo il comunicato del Presidente è ipocrita.

Perchè proprio la vicenda del 2004 doveva essere da sprone per riflessioni serie e soluzioni possibili. Invece sono passati quasi dieci anni di polvere messa sotto il tappeto e siamo allo stesso punto di partenza.

Ci sarebbe da dimettersi, dicendo: "abbiamo fallito, abbiamo pensato solo all'agonismo e ci siamo dimenticati del pastore tedesco". Non solo nel settore addestramento (tra l'altro carente nei risultati), ma anche in quello espositivo dove ci possiamo vantare del “secondo posto” mondiale.

Se una dirigenza societaria non riesce, dopo quasi dieci anni, a fare rispettare le proprie delibere, siamo sicuri che debba avere tanto di cui vantarsi? Il termine vergogna è stato usato, su FB, da un Signore demoralizzato e forse nemmeno incolpevole (come tutti noi, del resto), in un modo che può sembrare forte e magari strumentale.

Però davvero non c'è nulla di cui vergognarsi e tutto di cui essere fieri e soddisfatti, come sembra sostenere, con convinzione, il presidente Musolino?

Quanti sono in percentuale, i campi SAS in cui si addestra con il tele?
Quanti sono, in percentuale, i conduttori famosi selezionati per i mondiali o vincitori di manifestazioni importanti che non usano il tele?
Quanti sono i cani da esposizione che effettuano realmente le prove IPO e che le superano con punteggi minimi ma reali?
Quanto è stato fatto per spiegare al grande pubblico cos'è la SAS, cosa significa UD, quale sia lo scopo della selezione?
Quanti cani dopati, pieni di anabolizzanti, antidepressivi e amenità varie potrebbero essere trovati nelle più importanti gare di bellezza?
Quanti cani trattati come merce, venduti, passati da un preparatore a un altro, lasciati nei trasportini sotto il sole, gettati come scarpe vecchie in un box se non più vincenti, riempiti di antidolorifici perchè al limite (o oltre) della sanità articolare, si possono contare nella costruzione di quel “secondo posto mondiale”?

 

Ps: su FB gli appassionati di Utilità e Difesa stanno inserendo nei loro profili questa immagine.
FB per l'UD
La condividiamo anche noi, pur con i distinguo espressi da quest'articolo. Per questo alla frase "L'Utilità e Difesa non è quella descritta da Striscia la Notizia" abbiamo aggiunto un "solo".

Anche noi, che amiamo l'utilità e difesa, ci siamo arrabbiati per la disinformazione fatta da Stoppa all'inizio del servizio. Abbiamo letto la bella lettera che Liliana Berruto, nota allevatrice di Malinois, ha inviato all'ENCI. Condividiamo anche quella. Ci dispiace molto che il Presidente, nel suo comunicato, invece di vantarsi dei risultati dell'allevamento italiano e lanciare frecciate ai “nemici” non abbia criticato aspramente la parte iniziale del filmato di Striscia preoccupandosi di difendere l'immagine dell'Utilità e Difesa.

Daniela Dondero e Leandro Falaschetti, 20 maggio 2013

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