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Storie di golpe falliti, di burattini e burattinai. Il CDN fantasma del 29 aprile.

Il CDN fantasma che nessuno vuol pubblicare.

Eppure è stato un CDN chiave per le vicende SAS.

Ed è stato un CDN che ha visto la presenza di tutti i consiglieri, eccetto il consigliere Marco Garofalo, assente giustificato.

Facciamo un piccolo passo indietro.
Gli schieramenti interni al CDN, al momento del CDN del 29 aprile, sono i seguenti:
Consiglieri favorevoli al Presidente: Colelli, Cornetti, Barbieri, Anastasi, Garofalo, Santi Grasso
Consiglieri contrari al Presidente: De Checchi, D'Alonzo, Pianelli, Venier, Zironi
Pertanto il Presidente Verpelli può contare su 6 voti più il proprio (7 voti)
I “dissidenti” hanno 5 voti.
Però, in questo contesto, il consigliere delegato ENCI si è espresso in sintonia con i consiglieri “dissidenti”, viste anche le lettere recapitate all'ENCI a firma del direttore SAS per conto del Presidente Verpelli in cui si chiede la sostituzione di Bonasegale. Quindi è ragionevole pensare che i voti contrari al Presidente su alcune questioni possano essere 6.

L' affaire Santi Grasso.
Circolano insistenti voci sul fatto che il CDN del 29 aprile avrebbe dovuto segnare un'importante svolta nelle vicende del CDN SAS.
Il consigliere “verpelliano” Santi Grasso, pur non avendo firmato la lettera esposto contro il verbale del CDN dell'11 novembre 2008, inviata all'ENCI dai consiglieri dissidenti, pare avesse verbalmente espresso le proprie perplessità riguardo il modus operandi del Presidente Verpelli.
Voci ben informate riferiscono che il consigliere Santi Grasso, amico dell'ex dirigente SAS Luciano Musolino, abbia contattato quest'ultimo e concertato con lui e i consiglieri dissidenti una serie di punti programmatici da discutere nel CDN del 29 aprile dove Santi Grasso avrebbe votato con i consiglieri dissidenti, contro Verpelli.
Pare che Santi Grasso non fosse disposto a votare per la destituzione di Verpelli da Presidente, ma avesse fatto un chiaro accordo per diversi punti da votare, di cui due fondamentali: la giuria del Campionato di Allevamento e la destituzione del direttore Luigi Bricchi.
Due nodi politicamente determinanti: il controllo del Campionato e quello degli uffici.
Ma, all'interno di un piano a detta dei consiglieri dissidenti abilmente predisposto (a cui forse non è estranea nemmeno l'assenza del consigliere Marco Garofalo) le cose non vanno come previsto.
Il consigliere Santi Grasso, in evidente difficoltà, sarebbe ritornato sulle proprie decisioni votando insieme ai verpelliani e rimettendo così in minoranza i dissidenti, sia sulla giuria che sulla sfiducia al direttore.
Perchè Santi Grasso, eletto con la maggioranza verpelliana nelle ultime elezioni di Pomezia, prima si sarebbe accordato con Musolino e i consiglieri dissidenti, poi avrebbe ricambiato opinione? Voci di parte narrano di pressioni psicologiche se non di veri e propri “ricatti” esercitati dal Presidente. Di sicuro c'è un palese imbarazzo-disagio del consigliere Santi Grasso che, lo stesso 29 aprile, al termine del CDN, scrive una lettera di dimissioni. Dimissioni che poi Santi Grasso ritira dopo pochi minuti (delle dimissioni e del loro ritiro esistono i documenti a protocollo, come citato nella memoria difensiva dell'avvocato Benini pubblicata, quella sì, sul sito SAS)

La giuria del Campionato.
La giuria, che doveva essere votata con l'appoggio di Santi Grasso, viene proposta dal consigliere Michele Pianelli ed è la seguente:
Adulti maschi: Luigi Mantellini
Adulte femmine: Salvatore Capetti
Giovani maschi: Luigi Noto
Giovani femmine: Luciano Musolino
Giovanissimi maschi: Franco Bordignon
Giovanissime femmine: Johann Mayer
Cuccioloni maschi: Fausto Gazzetta
Cucciolone femmine: Michele D'Alvano
Juniores maschi: Francesco Macaluso
Juniores femmine: Mauro Di Festa
Attacchi maschi: Agatino Corvaia
Attacchi femmine: Ezio Guerrino Roman

Figuranti: Giovanni Giacobbe, Marco Reale, Silvio Fuoco, Christian Linguerri, Gabriele Dalle Mulle.
Questa giuria viene messa ai voti:
Favorevoli: Pianelli, De Checchi, D'Alonzo, Venier, Zironi
Contrari: Verpelli, Cornetti, Colelli, Barbieri, Anastasi, Grasso
Astenuto: Bonasegale.

Viene poi proposta una giuria che, rispetto a quella presentata dal Comitato Esecutivo del 31 gennaio, prevede Hans Jurgen Begier al posto di Luigi Bricchi alle giovani femmine, Di Festa alla classe juniores femmine, Bricchi alla juniores maschi (le classi juniores dal comitato tecnico erano state affidate ai due giudici delle classi lavoro).
La giuria viene approvata con i voti favorevoli di Verpelli, Cornetti, Colelli, Barbieri, Anastasi, Grasso- Si astiene Bonasegale e votano ovviamente contrario gli altri 5 consiglieri.
Come potete vedere (e potrebbe essere per questo che un verbale di CDN dove sostanzialmente emergono diversi elementi che mettono in cattiva luce Verpelli, non sia stato mai pubblicato dai consiglieri dissidenti) una giuria diversa da quella che poi verrà proposta nel CDN del 23 luglio. Una giuria assolutamente significativa dei rapporti di forza politici e dei nomi che, in questo frangente, affiancano e sostengono attivamente il dissenso interno a Verpelli. Fa specie che i consiglieri dissidenti, comunque eletti dai voti contrari alla vecchia dirigenza e, all'epoca, fervidi oppositori di Luciano Musolino, si alleino con lui allo scopo di abbattere il "comune nemico" Verpelli. Così come appare strano che Musolino accetti questo tipo di alleanze. Le difficoltà che Musolino, come giudice, sta incontrando in ambito internazionale dopo la non conferma a giudice SV e le questioni sollevate, in SAS e all'ENCI, da Antonio Amendola, potrebbero avere un loro peso nell'atteggiamento tenuto in questa occasione da Musolino, insieme alla probabile convinzione di quest'ultimo che i 5 dissidenti, che non sono certo figure carismatiche in ambito SAS, siano solo un mezzo per liberarsi di un avversario o, in subordine, per ridurlo a più miti consigli.
Nota a margine sulla giuria: con buona pace del voler valorizzare i giudici italiani, il tedesco Johann Mayer, graditissimo ai siciliani e a Santi Grasso in particolare, è tra quelli che rimangono invariati rispetto alla giuria votata dal Comitato Esecutivo.
Scontata anche la presenza di Roman negli attacchi, rafforzata da quella che avrebbe dovuto essere la proposta del Direttore per sostituire Luigi Bricchi, vale a dire il Capo Ufficio Amministrativo Raffaella Pattarozzi.

Il Direttore Luigi Bricchi.
Perchè i consiglieri dissidenti chiedono la sfiducia del Direttore? In generale perchè si comporta come un dipendente del Presidente e non del CDN, rifiutandosi di fornire documenti richiesti ai consiglieri e presentando lettere in nome e per conto del Presidente SAS senza che il CDN ne sia a conoscenza. Nel verbale pare si accenni ad una lettera del referente dell'addestramento Agatino Corvaia, sulla base della quale viene posto in discussione il comportamento del direttore. Non è dato conoscere il contenuto della lettera, che non viene allegata al verbale, tuttavia ci sarebbe un accenno del consigliere Pianelli al fatto che sia stato inviato come controllore della regolarità di una prova di lavoro tenutasi a Palermo, il socio Giuseppe Fantasia che, lamenterebbe Pianelli, è di Milano. Non è chiaro cosa intendesse il consigliere Pianelli e non è nemmeno chiaro se la prova in questione, pare organizzata proprio da Agatino Corvaia, presentasse o meno delle irregolarità.
Atteso che il comportamento del Direttore sia stato, nella tradizione dei predecessori, connotato da iniziative personali o concertate con il solo Presidente, atteso anche che , sempre nel pieno della tradizione SAS, la trasparenza e il rispetto delle regole restassero mera chimera, permangono i dubbi che la necessità di eliminare il direttore dal suo ruolo si facesse impellente proprio nel momento in cui erano cominciati alcuni controlli sia sulle prove di lavoro, sia su altre irregolarità commesse dagli allevatori. Ammesso e non concesso che il Direttore e la Presidenza volessero poi veramente fare emergere il sommerso, a prescindere, e non comportarsi, come tradizione SAS insegna, mettendo le varie irregolaritą in un cassetto, pronti ad utilizzarle come armi politiche, spauracchio per tacitare od operare ritorsioni sugli oppositori, o dimenticandosene con provvidenziali amnesie, se commesse da sostenitori.

Il comportamento del Presidente Verpelli.
In questo verbale emergerebbero dichiarazioni contradditorie da parte del Presidente Verpelli che prima affermerebbe di non essere a conoscenza delle due lettere inviate all'ENCI per richiedere la destituzione del consigliere delegato Bonasegale, poi ammetterebbe di esserne a conoscenza, aggredendo verbalmente Bonasegale, reo a suo dire di non rispettare un ruolo super partes. Bonasegale avrebbe espressamente richiesto di verbalizzare di essere stato oggetto di un'aggressione verbale da parte di Verpelli per aver chiesto conto delle due lettere inviate all'ENCI in cui veniva richiesta la sua sostituzione, senza che il CDN ne fosse a conoscenza. Pare sia anche verbalizzata una dichiarazione del consigliere De Checchi che evidenzia come Verpelli abbia affermato che continuerà a scrivere a livello personale all'ENCI per chiedere la sostituzione di Bonasegale.
Il consigliere De Checchi sembra abbia poi chiesto al Presidente se corrispondessero al vero le denunce relative al fatto che risulterebbe titolare di due affissi, del Frutteto in Italia e vom Frutteto in Germania. Pare Verpelli abbia risposto che tale denuncia sia stata fatta da Luciano Musolino, esautorato da giudice SV , ed abbia confermato di essere proprietario dei due affissi da circa vent'anni , cosa nota a tutti e, quindi, sollevata al momento solo per questioni politiche. Verpelli avrebbe anche dichiarato di non aver ricevuto alcuna comunicazione in merito né dall'ENCI né dall'SV, mentre pare che il consigliere De Checchi, al momento in cui ha posto la domanda, avesse già visionato (chissà chi glielo aveva fornito) un documento firmato dal direttore SV Clement Lux, in cui l'SV toglieva l'affisso tedesco vom Frutteto a Verpelli in quanto intestatario di analogo affisso in Italia.

Sembra, non è riportato a verbale, ma citato nella memoria difensiva pubblicata sul sito SAS, che il Presidente Verpelli sia poi stato accusato da Raffaella Pattarozzi di averle rivolto un epiteto ingiurioso, circostanza negata da Verpelli che non avrebbe però negato di aver perso le staffe a causa delle problematiche emerse dal controllo del bilancio.

Il ruolo del Capo Ufficio Amministrativo Raffaella Pattarozzi.
Raffaella Pattarozzi, per chi è vecchio di SAS, è una sorta di istituzione. Da sempre (più di 32 anni, fonte sempre la memoria difensiva dell'avvocato Benini) lavora negli uffici ed ha anche, in passato, se la memoria non ci inganna, rivestito il ruolo di Segretario. Politicamente legata ad Ezio Guerrino Roman, per il quale nutre profonda stima e con cui ha sempre collaborato quando occupava ruoli dirigenziali in SAS. Forse non a caso, quando Musolino-Sesto e Furfaro esautorarono Roman dal suo ruolo di Presidente, i CDN furono quasi sempre tenuti al di fuori degli uffici SAS e i verbali degli stessi rimanevano in possesso del Direttore Musolino sino al momento della loro pubblicazione.
In questo verbale del 29 aprile Raffaella Pattarozzi pare sia stata non solo presente ma anche che le sia stato chiesto, dai consiglieri dissidenti (ed approvato con il voto favorevole di Santi Grasso), di svolgere le funzioni di segretario verbalizzante. Il Presidente Verpelli avrebbe fatto mettere a verbale che le dipendenti non avevano mai dato la propria disponibilità, più volte richiesta, a fungere da segretario verbalizzante in CDN tenutisi il sabato.
Ma il ruolo della Pattarozzi non è limitato allo stendere il verbale. Infatti in questo CDN pare emergano problemi a carico del bilancio derivati da una stampa dei Report diversa da quanto visionato sul computer nel programma di contabilità. In parole povere al ragionier Bagodi, il commercialista SAS, pare siano state inviate le stampe dei Report mensili di prima nota che però sono diverse rispetto a quelle a computer. Insomma la stampante ha cassato una riga e il ragioniere ha redatto un bilancio su Report monchi. Ciò avrebbe comportato una revisione precipitosa del bilancio stesso e i conseguenti ritardi, anche se, comunque, dopo aver revisionato il tutto, risulterebbe esservi una differenza nelle quote associative, differenza di cui ha parlato anche il presidente del collegio sindacale Giuseppe Salerno all'assemblea di Pomezia del 27 giugno.
Senza entrare nel merito degli accertamenti in corso sulla somma di circa 8.600 euro che sembra mancare dalle casse SAS (che comunque dovrà essere chiarita), c'è da chiedersi come mai una dipendente esperta come Raffaella Patarozzi abbia potuto consegnare dei fogli di stampa senza prima controllare che fossero correttamente stampati.
Nota a margine: se Santi Grasso avesse, come previsto, votato la sfiducia al Direttore Luigi Bricchi, chi sarebbe stato candidato al suo posto? A detta degli stessi interessati la candidata proposta dai consiglieri dissidenti sarebbe stata proprio Raffaella Pattarozzi.

I consiglieri dissidenti lasciano il CDN.
Dopo essersi resi conto dell'impossibilità di ottenere la collaborazione di Santi Grasso ed avere fatto mettere a verbale quanto interessava, i consiglieri dissidenti lasciano il CDN, nonostante ci fossero ancora da approvare nuovi soci e da verificare il bilancio 2008. De Checchi pare abbia fatto mettere a verbale che per lui la riunione finiva lì. Atteggiamento difficile da comprendere perchè, se è vero che non avrebbero potuto incidere in termini di votazioni, essendo in minoranza, almeno avrebbero potuto presenziare alla discussione relativa al bilancio e intervenire in merito.
Sarebbe invece rimasto Bonasegale che però avrebbe lasciato il CDN insieme alla Pattarozzi prima che si potesse procedere alla discussione di questi due punti (approvazione nuovi soci e bilancio). Non sembra che il verbale precisi le motivazioni che inducono Bonasegale e la Pattarozzi ad allontanarsi anche se si può presumere che abbiano a che vedere, almeno per quanto riguarda la Pattarozzi, con l'episodio occorso tra lei e Verpelli, che ha poi determinato, citiamo testualmente dalla memoria difensiva, "la situazione di grave patologia per la quale la dipendente è ancora in malattia" (anche se, successivamente, la situazione di grave patologia deve essere migliorata, visto che la dipendente in questione ha potuto recarsi in SAS in un paio di occasioni per incontrarsi con i consiglieri e l'avvocato Benini). Per quanto riguarda Bonasegale, non pare siano verbalizzati i motivi che lo hanno indotto a lasciare il CDN. Il CDN, mancando Bonasegale, deve interrompersi per mancanza del numero legale, ai sensi dell'articolo 18 dello Statuto.


Questo quanto sembrerebbe essere accaduto sulla base di informazioni giornalistiche ricavate da più fonti. Attendiamo la pubblicazione sul sito SAS del CDN fantasma del 29 aprile 2009 per verificare l'esattezza della nostra ricostruzione. Speriamo che qualcuno si ricordi di questo verbale e che vengano messe a conoscenza dei soci le delibere 214, 215, 216, 217 e 218 . Della 218 i soci sanno solo che, per una parte, riguardava la composizione della giuria, visto che risulta abrogata nel verbale del CDN del 23 luglio.

Daniela Dondero, 11 agosto 2009