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Editoriale.

IPO e SchH. Degli equivoci e dei regolamenti.

ipoForse siamo noi quelli “strani”. Nel 2003, l' FCI deliberò che, da gennaio 2004, il regolamento per l'SchH che fosse sostituito dall' IPO. L'ENCI si adeguò, consentendo una proroga per le prove già a calendario, sino a tutto luglio 2004. Dal 1 agosto 2004 in Italia venne introdotto l'IPO. La questione fu, all'epoca, ampiamente discussa e dibattuta anche in sede WUSV. Nella riunione tenutasi in occasione del Campionato mondiale WUSV tenutosi proprio in Italia, a Ravenna, il 6 ottobre del 2003, Günther Diegel informò i giudici WUSV degli imminenti cambiamenti nelle prove , a partire dal 1 gennaio 2004, conseguenza della decisione da parte della VDH e dell'SV di adattare i loro regolamenti al regolamento FCI.

L'adeguamento dei regolamenti di UD fu richiesto, tra le altre cose, anche in virtù delle pressioni da parte di verdi ed animalisti. La prova internazionale, IPO, che puntava l'accento sul controllo del cane da parte del conduttore, meglio si prestava ad una organica difesa dell'UD come disciplina volta a testare le doti caratteriali tra cui anche l'equilibrio e la docilità.
Una tendenza ulteriormente portata avanti in questi anni con le recenti indicazioni ai giudici FCI e WUSV ad utilizzare terminil più possibile “politicaly correct”, evitando troppi riferimenti all'aggressività.
Anche l'obbligo , per poter partecipare ad una prova di lavoro, di superare prima un BH-VT (Begleithundprüfung mit Verhaltenstest), deve essere visto in quest'ottica. Addirittura in Germania, ci pare dal gennaio 2008, l'obbligo esiste anche per il conduttore (vale a dire che un conduttore tedesco che non abbia mai portato un cane ad un BH non può condurre cani in altre prove)

In occasione di una gara svoltasi a Lana ad agosto del 2005, chiedemmo al giudice Günther Funke di spiegarci per quale motivo, pur avendo adeguato i regolamenti all'IPO, in Germania si gareggiasse ancora con la prova SchH. Funke in quell'occasione ci spiegò che i regolamenti erano stati adeguati e che tutte le prove tedesche si svolgevano con i regolamenti IPO(compresa ovviamente la Bundessiegerpruefung, il Campionati di Addestramento tedesco), ma che continuavano a denominarli SchH.

In seguito abbiamo avuto modo di leggere i regolamenti pubblicati dalla SV e dalla VDH che sono assolutamente chiari.

Esistono due prove totalmente identiche che sono l'SchH (Schutzhundeprüfung) e il VPG ( Vielseitigkeitsprüfung für Gebrauchshunde) . La differenza è che la prima denominazione viene usata dall'SV, mentre la seconda dalla DVG (Deutscher Verband für Gebrauchshundsportvereine).

Tra SchH e IPO le differenze, contrariamente a quanto era una volta, sono anche in questo caso praticamente inesistenti. L'unica cosa che in IPO è obbligatoria, mentre in SchH è rimasta facoltativa, è richiamare al piede il cane dopo l'affronto-abbaio. Vale a dire che, in SchH è permesso dai giudici che il conduttore vada a prendere il cane senza che questo comporti una penalizzazione.
Per il resto le prove sono identiche (riporto con palizzata in 1 compreso) e solo nominalmente distinguibili.

Infatti molti cani tedeschi che hanno partecipato alla BSP e alla WUSV risultano in possesso di SchH3 e non di IPO3, ma (e basta guardare i filmati delle gare) sia BSP che WUSV si svolgono su regolamento IPO3.

Distinzione solo ed esclusivamente formale (nel nome) e non sostanziale (i regolamenti sono identici per SchH e VPG, pressochè identici per SchH e IPO)

Per noi la cosa era già chiara, anche perchè scritta nei regolamenti pubblicati dalle rispettive associazioni.

Invece , come dicevamo, forse siamo noi ad essere “strani”, visto che è dall'inizio dell'anno che sentiamo frasi di questo tipo: “i tedeschi (SV) a differenza degli italiani hanno ancora la prova di SchH, mentre noi siamo costretti a fare l'IPO” come se esistesse ancora il vecchio SchH così com'era prima del 2004. Non è così. L' SchH che fanno in Germania è un IPO.

E' strano come si sia diffusa questa convinzione che, nell'ordine, quest'anno abbiamo personalmente sentito dal direttore SAS Luigi Bricchi (che ci spiegava come la SAS avrebbe fatto richiesta all'ENCI per reintrodurre l'SchH) e dal giudice Piero Alquati (che lamentava una disparità di trattamento tra i cani tedeschi, che possono ancora fare l'SchH e quelli italiani costretti a fare l'IPO) e che, in questi ultimi tempi, pare sia stata sollevata da Luciano Musolino in una riunione elettorale e che abbiamo letto essere oggetto di una accesa discussione aperta da Bruno Da Tos su un noto forum del pastore tedesco. Ovviamente anche in questi due casi la tesi sembra essere sempre la stessa, di una presunta agevolazione dei tedeschi rispetto agli italiani. Con anche un corollario fantapolitico sulle motivazioni occulte che avrebbero spinto l'ENCI a tale scelta

Ora, trattandosi di persone che o hanno ricoperto ruoli istituzionali, o comunque conoscono la lingua tedesca, ci siamo anche messi in discussione, vista anche la sicumera con cui alcuni di questi personaggi propugnavano questa tesi. Così abbiamo, prima di scrivere, inviato una serie mail per richiedere dei chiarimenti, che ci hanno confermato quanto già sapevamo. A noi ha risposto il giudice Jürgen Ritzi(nella foto), responsabile addestramento LG12 e uno dei giudici internazionali abilitati a giudicare il mondiale FCI . (vedi la mail)

Ora, alla luce di questi chiarimenti, la domanda d'obbligo è: ma anche se fosse stato in vigore il vecchio SchH.....

….veramente un cane in grado di superare l'SchH incontrerebbe difficoltà ad affrontare un IPO? o la difficoltà la troverebbero gli esponenti del settore esposizioni, quantomeno la stessa difficoltà dimostrata nella conoscenza dei regolamenti?

Cerchiamo di non raccontarci favole del tipo “l'SchH è un test caratteriale, mentre l'IPO è una gara”. Stiamo parlando di superamento della prova di IPO1 (vale a dire un modestissimo 70 in A e B e, considerando il regolamento di selezione, un decoroso 80 in C) non di piazzamento ad un campionato regionale o un podio ai Nati e Allevati. Un minimo, onesto, brevettino da qualifica.

Ma poi, perchè parliamo di difficoltà a superare l'IPO 1?

Sul sito SAS ci sono i risultati delle prove di quest'anno.

Andate a guardare le prove di brevetto normali (non CR) in cui trovate ampia partecipazione di soggetti da esposizione. Una percentuale di cani che superano l'IPO1 veramente impressionante, con punte incredibili per i giudici Azzolini, Bucchicchio, Budelli. Addirittura del 100% quando il giudice è il referente dell'addestramento Agatino Corvaia.

E parliamo di difficoltà a fare i brevetti?

Signori, le statistiche (che tanto piacciono ad alcuni) dicono tutt'altro!

Daniela Dondero e Leandro Falaschetti, 26 novembre 2009

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