home    
 

Se il "problema taglia" diviene un escamotage "politico"

Ci è giunta voce, speriamo non fondata, di una denuncia, da parte di un noto giudice, all'attuale Referente dell'Allevamento, Ambrogio Verpelli, a seguito delle indicazioni fornite ai giudici di allevamento, riguardo ai parametri da utilizzare, sia nelle prove di selezione che nei raduni, in relazione al problema taglia.

Ora, a parte il legittimo sospetto, qualora la notizia sia vera, di una strumentalizzazione “politica” della vicenda, resta la preoccupazione che l'ENCI, nel suo ruolo di ente preposto a tutelare una corretta applicazione dello standard di razza, possa intervenire sui giudici del cane da pastore tedesco, richiamandoli al rispetto delle regole. Il che, se totalmente legittimo, potrebbe significare, come ben sanno tutti gli appassionati, il dover fare i conti dall'oggi al domani, con almeno trent'anni di deroghe, deroghe la cui origine è da ricercarsi proprio nella madrepatria del pastore tedesco, la Germania.

L'esistenza del problema oversize del Pastore Tedesco è stata certificata ufficialmente ormai da anni. Nella riunione di Allevamento della WUSV, tenutasi dopo la Siegerschau 1997, il presidente Messler, annunciò l'istituzione di 3 commissioni che avevano come scopo proprio quello di affrontare il problema sotto il profilo genetico, nutrizionistico e normativo. In quel periodo , come conferma un'intervista rilasciata dal giudice selezionatore Ernest Ruckert alla rivista ufficiale argentina (n°80 del 1998) , il problema taglia era divenuto mondiale, tanto che lo stesso Ruckert non fa mistero dell'esistenza di soggetti, ufficialmente selezionati di prima classe, 65 cm, in realtà decisamente più grandi (68). Si provò anche a studiare la possibilità di alzare il limite massimo consentito, specificando però la misurazione sul pedigree, in modo da fornire precise indicazioni agli allevatori che intendessero utilizzare il cane in riproduzione. Tra le problematiche insorte ci furono anche le oggettive difficoltà ad effettuare misurazioni precise. L'attuale limite di tolleranza consentito di 1 cm è stato da più parti indicato come un non senso, non sufficiente ad assorbire l'errore tecnico casuale, né ad essere un limite di tolleranza massimo.

In realtà il problema taglia (che è un problema che esiste solo per l'eccesso, non per il difetto) nasce da quello che è stato definito “buonismo metrologico” volto ad assecondare la richiesta, specie dai potenti mercati orientali e sudamericani, di un pastore tedesco imponente. Lo stesso giudice selezionatore Leonhard Schweikert, ad una precisa domanda nel corso della riunione tecnica al Campionato di Cosenza 2004, affermò che il problema taglia aveva le sue radici proprio a causa di una “richiesta di mercato”. Il cane grande piace, a scapito della tutela della razza. L'aver assecondato tale tendenza ha portato ad utilizzare linee di sangue portatrici del fattore “oversize”, con le conseguenze che noi tutti oggi abbiamo sotto gli occhi.

Ora, a fronte di tale situazione, le società specializzate hanno cercato di correre ai ripari. L'attuale responsabile dell'Allevamento mondiale, Reinhard Meyer, al momento della sua nomina nel 2007, ha rilasciato alcune interviste in cui dichiarava il proprio impegno per riportare la taglia nei parametri previsti dallo standard. Consapevole di come il problema di un eccesso di taglia nei maschi e nelle femmine sia un problema che preoccupa l'SV ormai da anni se non da decenni, Meyer ricorda come l'argomento sia stato trattato dalla Commissione di Allevamento già sotto la guida di Peter Messler, alla fine degli anni novanta e sottolinea di aver a sua volta ulteriormente affrontato il problema, indicando ai giudici di dare un segnale forte e chiaro agli espositori e agli allevatori, retrocedendo in classifica i soggetti che eccedono i parametri tollerabili (ndr: la dicitura tollerabili è stata ben spiegata dallo stesso Meyer anche in occasione di una riunione tecnica tenutasi a Terni nel 2008, in cui ha indicato come “tollerabili” parametri che non superino i 66-67 cm per i maschi, 61-62 per le femmine. Sempre a Terni Meyer ha mostrato le misurazioni, riguardanti i cani presentati alla Siegerschau nei gruppi di riproduzione. Dei 18 cani che hanno presentato il gruppo solo uno non aveva figli fuori taglia, i rimanenti 17 sì, con punte sino al 70% di soggetti oltre il limite. A questo link il file di una riunione nella LG4 dove Meyer ha presentato la stessa relazione ). Secondo Meyer l'SV dovrà affrontare il problema a piccoli passi per poter riportare la situazione nei parametri previsti dallo standard di razza e fondamentale sarà agire nei giudizi in esposizione, con particolare riguardo alla Siegerschau. I soggetti decisamente fuori taglia dovranno essere retrocessi in classifica. Questo è l'unico metodo praticabile, stante la disastrosa situazione di fatto, per ridurre gli eccessi di taglia nel cane da pastore tedesco, anche se ciò comporta, inevitabilmente, delle deroghe non ufficiali alla regola ufficiale (lo standard di razza).

Tuttavia, nonostante i buoni propositi, lo stesso Meyer si è trovato ad affrontare la realtà del parco cani attuali. Basta leggere le critiche di David Payne sul sito Videx.


Nella stessa ottica, ancor prima rispetto all'SV, si è mossa la società che tutela il cane da pastore tedesco in Francia, la SCBA. I francesi hanno pubblicato, per iscritto (vedi immagine tratta dalla rivista n.143 anno 2004)) un “piano di rientro” che prevedeva addirittura, per il 2004, di concedere il titolo di Auslese a soggetti maschi di 67 cm al garrese e di selezionare cani sino ai 69 cm . Il piano francese , molto realisticamente, indicava che neppure nel 2010 si potesse del tutto rientrare nei paramentri dello standard, prevedendo la possibilità di selezione (per quanto di seconda classe) per maschi di 67 cm e femmine di 62.

In Italia, il Responsabile dell'Allevamento Luciano Musolino, affrontò il problema taglia dando ai giudici nelle riunioni lo stesso tipo di indicazioni, volte da un lato ad evitare quello che molti definiscono un “eccidio da cinometro” (leggi applicazione alla lettera dei parametri stabiliti dallo standard), dall'altro a fermare la tendenza ad una eccessiva tolleranza. Le misurazioni effettuate già a partire dal Campionato 2001, diedero risultati preoccupanti (citiamo su tutti Rapi Supra, Auslese SAS 2001, che risultò di gran lunga oltre i parametri consentiti)

Le indicazioni sulla taglia, elaborate nel corso della riunione giudici del 24 luglio 2008 e poi inviate, dal referente, a tutti i giudici di allevamento, fanno proprie le indicazioni del Responsabile dell'Allevamento mondiale e della WUSV, riprendono quanto già fatto dalla società francese e le stesse indicazioni date ai giudici da Musolino e sono volte a cercare di contenere gli eccessi e il “buonismo metrologico”. A fronte di misurazioni che pongono sempre di più in evidenza l'esistenza di soggetti selezionati di prima classe ma decisamente troppo grandi (ben oltre il cm di tolleranza consentito), il richiamo fatto in tale sede era volto a contenere gli eccessi. Il referente, ma più ancora i giudici riunitisi, auspicavano una valutazione reale delle misurazioni e il rispetto di quei criteri di giudizio indicati dal Responsabile Mondiale (vale a dire maschi al massimo 66 cm per piazzamenti di rilievo, selezioni di prima classe non oltre 67 cm ). Il tutto nell'ottica di rientrare nei parametri di razza, sforati ben oltre quei limiti. Crediamo che quasi tutti i giudici italiani presenti a quella riunione fossero consapevoli dell'importanza di quelle indicazioni e della necessità di farle proprie. Se poi l'aver messo per iscritto norme di fatto in deroga alla regola, ma applicate e proposte proprio dalla madrepatria del pastore tedesco, determinerà un qualche provvedimento disciplinare ai danni di chi ha sottoscritto quel documento, c'è da chiedersi come avrebbe dovuto agire l'FCI nei confronti dei francesi (o cosa dovrebbero fare tutti i proprietari di cani tedeschi selezionati di prima classe ma ben oltre i limiti)

Come la pensiamo noi sulla questione taglia lo abbiamo scritto in una nostra risposta, molto articolata, nella rubrica delle lettere alla redazione. Continuiamo a pensarla allo stesso identico modo. E' imperativo un rientro nello standard di razza. Ma crediamo anche che, volendo essere realistici, i tentativi di richiamare all'ordine il collegio giudicante debbano essere apprezzati e non utilizzati per strumentalizzazioni politiche che, sotto la maschera della tutela della razza, celino ben altri interessi (e basterà vedere, nel caso in cui ci fossero prese di posizione da parte dell'ENCI, se verranno portate avanti, con la stessa fermezza, anche se dovessero mutare le dirigenze).

Daniela Dondero e Leandro Falaschetti, 1 luglio 2009


 

 

 

 

 

Creative Commons LicenseTutti i testi e i contenuti di Da Hecktor a Rex. Rivista web dedicata al cane da Pastore Tedesco sono protetti da Creative Commons License