Su Da Hecktor a Rex, nella nostra pagina Per il neofita abbiamo la foto del nostro amato pelone Lepo, ma quando, nel 2009, si prospettò la modifica dello standard a favore della reintroduzione dei soggetti a pelo lungo, scrivemmo a chiare lettere di non essere d'accordo con tale decisione, che ritenevamo esclusivamente mossa da ragioni economiche.
In sede FCI la modifica voluta dall'SV non è stata indolore, c'è stato un acceso dibatto, con fazioni opposte, terminato con la concessione della modifica allo standard. Oggi (anzi, dal 2011), il nuovo standard è stato approvato e, che piaccia o no, tale standard va rispettato.
Saremmo stati i primi a sostenere il presidente SAS (e lo saremmo ancora lo facesse oggi) se avesse portato avanti, nelle sedi opportune (WUSV) una battaglia per sostenere il suo convinto “No ai peloni”. Forse avremmo bonariamente sorriso del suo ostracismo nei confronti dei soggetti a pelo lungo quando lui stesso ha dichiarato nella nostra intervista di aver iniziato il suo allevamento proprio con una “pelona”("La mia prima cagna era una cagna a pelo lungo..da quella cagna a pelo lungo io ho fatto un'Auslese, un cane 14esimo in Germania, delle Promesse, ho continuato ad allevare ed è diventata la base del mio vecchio allevamento che avevo con mio fratello"), ma avremmo applaudito una sua ufficiale presa di posizione contro la reintroduzione dei soggetti a pelo lungo. Invece l'atteggiamento del presidente e responsabile allevamento inizialmente è stato quello, a standard modificato, di ignorare i peloni, quasi non esistessero, poi ha giocato a mirror climbing sulle questioni “mancata dicitura sul pedigree” e “difficoltà degli esperti giudici di riconoscere i soggetti a pelo lungo” (ehm...lo abbiamo già detto, ma a nessuno è venuto in mente di chiedere come fosse possibile, allora, riconoscere un soggetto a pelo normale, in mancanza di dicitura sul pedigree???), infine non ha fatto inserire nei risultati ufficiali dei raduni nazionali e sezionali SAS pubblicati sul sito, i cani a pelo lungo regolarmente presentati. Solo la tenacia di un socio SAS proprietario di una pelona che aveva partecipato a diversi raduni ha fatto sì che, finalmente, comparissero i “soggetti a pelo lungo” sul sito ufficiale.
L'ultima chicca è stata la dichiarazione durante la riunione tecnica del Campionato:“noi dobbiamo copiare dai tedeschi le cose buone, non le cose tipo i peli lunghi...”. Forse qualcuno dovrebbe spiegargli la differenza che passa tra l'introduzione di un nuovo regolamento e una modifica dello standard di razza fatta dalla FCI. Ma, ahimè, il presidente SAS talvolta si comporta come il suo ex rivale (e ex presidente) Verpelli, con atteggiamenti che ricordano più un ragazzino capriccioso piuttosto che un riflessivo dirigente.
Ancor più che l'impuntarsi sulla questione peloni è parso grave il pessimo trattamento riservato ai due soggetti a pelo lungo iscritti al Campionato di Allevamento, Twin vom Weideland in classe giovani maschi e Cora von Dax all'Alberone in giovanissime femmine.
Totale menefreghismo da parte dell'organizzazione e della gestione SAS (a partire dalla compilazione dei cataloghi) per questi cani, regolamente iscritti alla manifestazione, i cui proprietari hanno regolarmente pagato la quota di iscrizione (e anche la tessera SAS per quelli di loro che ancora non erano soci): non hanno trovato un ring dove presentarsi e sono dovuti andare a chiedere di essere giudicati, quasi si trattasse di un favore; per loro non c'era nemmeno una coppa, rimediata in fretta e furia, senza targhetta, dopo le proteste di rito (e solo per il giovane maschio). Nel ring delle giovanissime femmine, scena a cui ho assistito, la van Dorssen ha iniziato a giudicare l'unica peloncina della sua classe mentre in ring c'erano fotografi che riprendevano le giovanissime “normali” (citazione dalla risposta data alla proprietaria dell'altro pelone in gara che chiedeva quando le avrebbero giudicato il cane: “li giudichiamo dopo i cani normali”) e ha terminato mentre gli addetti al ring facevano entrare i giovani maschi (normali, of course). Il proprietario di Cora ha avuto la soddisfazione di un giudizio dettagliato e della menzione del “un soggetto a pelo lungo” nella riunione tecnica da parte della giudice van Dorssen.
Quello che i due soci SAS proprietari dei cani a pelo lungo (con regolare dicitura sul pedigree, naturalmente) hanno dovuto subire a questo Campionato è davvero grave, perchè dimostra una totale mancanza di considerazione per il socio, questo sì, “normale”.
E lo dico con una consapevole e sentita autocritica, facendo parte anch'io di quel mondo snob degli “esperti” che storce(va) il naso di fronte ai peloni e, anche, a tutti i pastori tedeschi di mediocre qualità (spesso definiti “quasi bastardini” o, con meno tatto, “cani di m.”). Oggi mi rendo conto quanto un simile atteggiamento sia profondamente sbagliato e forse me ne rendo conto proprio grazie a un fantastico, amatissimo pelone che mi manca più dei miei cani e che mi ha insegnato a non dire più: “ma perchè non ti prendi un cane serio?”.
Il compito degli “esperti” deve essere sì quello di fare capire ai proprietari appassionati di pastore tedesco il reale valore zootecnico del loro soggetto ma senza mai dimenticare il rispetto per cani e persone. Di fronte a un proprietario appassionato che possiede “quel” cane, pelone o non bellissimo, che lo considera parte della propria famiglia, che non lo cambierebbe certo come si fa con un paio di scarpe non più di moda, gli “esperti” devono avere il massimo rispetto. E magari apprezzare gli sforzi di chi, con quel cane, si mette in gioco, lavora per il brevetto, partecipa alle esposizioni pur sapendo di fare negli ultimi posti, con il solo scopo di divertirsi insieme al suo amico a quattro zampe. Questi proprietari sono quello che tutti noi , sedicenti esperti, siamo stati, prima che ci travolgesse l'agonismo, prima che al primo amatissimo pastore tedesco seguissero tanti altri cani, troppo spesso sostituiti perchè “non vincenti”, lasciati a addestratori e preparatori in grado di ottenere gli agognati risultati, sfruttati come stalloni o fattrici, raccontandoci che tutto questo è passione per la razza. Forse sì, perchè la passione per la razza deve essere selettiva e, come tale, spietata, ma deve essere anche mai dimentica dell'amore e del rispetto per il cane. Quell'amore e quel rispetto che, sicuramente, i proprietari di Twin e Cora hanno per i loro cani e che hanno, in genere, i proprietari dei peloni. Almeno per il momento. Almeno sino a che, anche tra i peloni, non subentrerà l'agonismo e gli allevatori fiuteranno un nuovo business.
Complimenti quindi a Marco Ceschiat proprietario di Cora von Dax All'Alberone e alla conduttrice Martina Vidulich e complimenti a Larissa Zeleskiene proprietaria di Twin vom Weideland e al giovane conduttore Alessio Previti. Mi dispiace di non aver fotografato Twin. Ho inserito in questo articolo immagini prese da internet, a mio parere davvero belle e significative. Per Cora, invece, servizio completo, sia la ferma del venerdì che la "gara" di sabato.
Daniela Dondero, 3 ottobre 2012.