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Le opinioni dei Lettori

 

Spunti di riflessione.

Il nostro articolo :
"Se il problema taglia
diviene un escamotage politico"

La nostra risposta a
Rocchino Curcio sulla questione taglia

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Le opinioni dei Lettori

Sabato, 4 luglio. Mail di Raffaele Attanasio

Sono un giovane appassionato della razza, che solo da alcuni anni si è avvicinato al mondo delle esposizioni frequentandole assiduamente come spettatore e meno da espositore, che a fatica tenta di informarsi sulle problematiche vere della razza e sulle dinamiche associative al fine di incrementare e migliorare la propria cultura cinofila inerente al pastore tedesco.
La passione verso questa razza è sopravvenuta anni fa quando, ancora ragazzino, non avendo la possibilità di acquistare un vero P.T. in carne ed ossa, tentavo di appagare la mia passione attraverso la sola informazione acquistando libri, riviste, periodici, vhs, e quant' altro potesse darmi un'idea o immagine del pastore tedesco. Da allora la voglia di possedere e crescere un esemplare non si è mai spenta, anzi è cresciuta in maniera esponenziale, e appena avuta la minima possibilità di farlo non ho esitato un solo istante a prenderne uno.
Come la maggior parte dei neofiti, almeno credo, i primi P.T. acquistati non sono stati eccellenti esemplari, ne, tanto meno, soggetti che potessero rispecchiare un tipo di qualità media. Purtroppo, come in tutte le cose, la pratica è diversa dalla teoria e il non avere incontrato allevatori o privati capaci e vogliosi di trasmettere effettivamente al prossimo il proprio bagaglio culturale mi ha demotivato molto. Vuoi per interessi economici vuoi per smania di gelosia non vi è stata una sapiente logica e concreta esigenza che abbia indotto i più esperti a trasmettermi il proprio sapere.
Immagino sia questa una problematica che investe la maggior parte dei più che, sebbene amanti, si avvicinano per la prima volta a questo mondo. Auspico che a partire dalla società di razza si prendano seri provvedimenti finalizzati a tutelare i neofiti soprattutto nella fase iniziale di approccio al mondo espositivo ed allevatoriale attraverso una politica di tipo istruttivo ed educativo, senza dimenticare che noi siamo i futuri responsabili della crescita e selezione della razza  e della futura associazione specializzata. Purtroppo normalmente il neofita è abbandonato a se stesso almeno, questa, è stata la sensazione che ho percepito io dalla mia personale esperienza.
Mi scuso per questa parte iniziale del mio scritto non pertinente all'oggetto della lettera ma ho avvertito l'esigenza di fornire un'indicazione, seppur sommaria, del mio vissuto in campo cinofilo, anche come forma di rispetto verso i responsabili di questo editoriale ed il pubblico dei lettori, ai quali sono per lo più ignoto.
 
L'oggetto del mio scritto nasce dalla disamina dei miei cani fino ad oggi posseduti e di quelli che ho modo di ammirare sui campi di sezione, ai raduni e campionati. Ebbene ogni qual volta mi pongo innanzi ad un esemplare mi chiedo quanto quel P.T. abbia in bellezza funzionale e quanto, invece, in bellezza convenzionale e se dalla sintesi di questi due concetti di bellezza possa definirsi, quel P.T., quale tipo aderente allo standard di razza.
Bhé, sarò anche ipercritico ma, ad oggi, non sono riuscito ad individuare un solo soggetto che possa appagare appieno il mio ideale corrispondente allo standard. E' facile individuare eccellenti soggetti in bellezza funzionale e in bellezza convenzionale, ma difficilissimo trovare l'esemplare che sintetizzi entrambi i concetti tale da rappresentare pienamente lo standard, o quanto meno quello che più ad esso si avvicina.
Non può non convenirsi, almeno credo, che le mode del momento, susseguentesi poi ciclicamente nel tempo, siano da limite al raggiungimento ed alla conseguente fissazione dello standard.
Questo limite se appaga nel breve termine produce anche danni, talvolta serissimi e rimediabili solo attraverso drastiche scelte selettive, nel lungo termine : pensiamo alla moda del momento, ai cani altissimi davanti con spalle corte e omeri lunghissimi, ai cani dalle eccessive angolature del posteriore; questi cani altissimi davanti e iperangolati nel treno posteriore portano, anche se belli a vedersi, scorrettezze degli appiombi e affaticamento delle articolazioni a tutto danno dell'efficienza nel movimento.
Se a questo si aggiunge il problema taglia ne consegue un tipo di P.T. morfologicamente anche bello ma funzionalmente inefficiente.
 
Allora la mia osservazione, sempre se fondata, porta al punto di domanda :
-Fino a che punto la moda del momento possa e debba influire sulla efficienza e standard del P.T.????
 
-Se coloro che dovrebbero far rispettare lo standard e ripudiare le mode del momento non si attengono agli oggettivi criteri di giudizio perchè allora non modificare questo standard verso le esigenze di mercato????
 
Cordialmente,
                                                                                                                                                                  

Raffaele Attanasio  

 
  

                                                           

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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