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Ultima ora (1 settembre 2012) . Dal blog di Jan Demeyer. Pubblicata la lettera del Direttore SV Hartmut Setecki: "Egregi signori, in nome e per conto del Consiglio Direttivo SV, dobbiamo informarvi che il signor Reinhardt Meyer ha presentato questa mattina le sue dimissioni dalla carica di Responsabile Allevamento al Consiglio Direttivo SV. Tanto vi dovevamo per conoscenza. Distinti Saluti. Hartmut Setecki."
Intanto, alla Siegerschau di Ulm, Rudiger Mai, sostituto di Meyer, pare non si senta bene e viene sostituito, nei giudizi dei gruppi di riproduzione, da Lothar Quoll. Lothar Quoll (allevamento Agilolfinger) giudicherą anche gli adulti maschi se il malessere di Mai dovesse perdurare.
Il punto interrogativo è d'obbligo. Lo abbiamo messo perché, dopo la clamorosa notizia dei “personali impegni” che terranno Meyer lontano dallo stadio di Ulm la prossima settimana, è salita un'onda anomala di sdegno che, francamente, ci fa un po' sorridere.
Sono anni che il blog del belga Jan Demeyer denuncia la corruzione in SV, sono anni che l'attuale Responsabile Allevamento SV è oggetto di denunce (vedi protocollo di Hamm). Questo Meyer di oggi è lo stesso che è stato invitato a giudicare la classe adulti maschi al nostro Campionato di Allevamento (scelta bipartisan, visto che l'hanno fatta tanto Verpelli che Musolino), quello nei confronti del quale la maggior parte degli espositori, allevatori e giudici italiani ha dimostrato atteggiamenti di riverenza, ammirazione, rispetto.
E' lo stesso Meyer che veniva invitato a presenziare a una nostra riunione giudici per erudirci sul pastore tedesco e veniva applaudito alle varie riunioni tecniche senza che quasi nessuno osasse interromperlo e/o contraddirlo.
Oggi il buon Meyer, di cui si intuisce la caduta in disgrazia, viene preso come esempio e come capro espiatorio di tutti i mali che affligono l'SV quasi che, in caso di sua caduta (ricordiamo che allo stato attuale è ancora il Responsabile Allevamento mondiale) , ci sarebbe una vera svolta e smetterebbero di colpo la corruzione, le compravendite, i favoritismi ai gruppi di potere, gli alti piazzamenti garantiti nei contratti di vendita.
Povero Meyer, alla fine viene quasi voglia di difenderlo.
Troppo facile e troppo comodo additarlo come l'uomo nero, la matrice di tutti i mali come se la sua scomparsa dalla scena potesse permettere la rinascita di una SV finalmente dedita alla tutela della razza e non al commercio.
Insomma, nelle conversazioni tra gli appassionati italiani di pastore tedesco così come sui social network è tutto un “dagli all'untore”.Ci si rallegra al grido di: “finalmente vedremo dei cani che vincono per i loro meriti e non perchè sono degli amici degli amici”, “finalmente chi ha inciuciato con questo personaggio cadrà insieme a lui”. E chi grida più forte è spesso qualcuno che ha inciuciato a sua volta, magari non con Meyer, ma con altri potenti giudici tedeschi. Con buona pace della coerenza.
Poco importa che l'SV si sia decisa a muoversi solo quando la stampa nazionale ha pubblicato le denunce prima scritte solo sul blog di Demeyer.
Poco importa che Demeyer dovrà difendersi dall'accusa di aver diffamato l'SV e che abbia dovuto, giocoforza, pagarsi di tasca propria un legale.
Poco importa che, nel blog di Demeyer, non ci siano solo accuse a Meyer. Noi ne avevamo già parlato nel nostro editoriale di gennaio nel paragrafo : Ma per fortuna che c'è Demeyer”, facendo un sommario elenco di quanto si può trovare nell' ormai famosissimo blog, elenco a cui vanno aggiunte le ultime denunce sulle Prüfungmanipulationen, corredate di foto e testimonianze.
Poco importa se, dietro alle manovre contro Meyer, potrebbero esserci gruppi di potere che sperano soltanto di prendere il suo posto per poter gestire il mercato della classe lavoro maschi e delle altre classi di Siegerschau.
Tutti gridano allo scandalo. Oddio, mamma, che cose terribili ha fatto quest'uomo!
Forse c'è lui dietro al suo collega Karthaiser e all'affaire Toni Rieser Perle!!!
Forse ha frodato il fisco denunciando cifre decisamente inferiori a quelle percepite realmente!
Forse sta gestendo tutti i giudici di Siegerschau, indirizzandone i piazzamenti!
Forse ha usato i titoli da assegnare in classe lavoro come premi per chi lo sosteneva politicamente!!!
Forse, prima di diventare Responsabile Allevamento SV, ha comprato, poi giudicato e infine rivenduto ad alto prezzo diversi soggetti, magari in collaborazione con altri allevatori famosi!
Eh già, cose davvero gravi, se comprovate.
“No – ci viene detto- non importa più di tanto che siano comprovate, in fondo chiunque bazzichi nel mondo dei cani SA come si sono svolti i fatti”.
O perbacco! Ma guarda, quando si tratta di Meyer (di questo Meyer in disgrazia, perchè quando era saldamente al potere al massimo si sentiva solo qualche sommesso mormorio...) SI SA COME SI SONO SVOLTI REALMENTE I FATTI.
E quando invece si tratta di casi italiani?
Di un allievo giudice SAS che presenta domanda per diventare giudice SV pur sapendo di non avere il principale requisito per farlo? Eh no, in quel caso si getterebbe fango ...perchè quel noto personaggio ha fatto persino causa all'SV per la mancata conferma a giudice ...e poco importa che la sentenza dica chiaramente che nessuno dei due contendenti potesse non essere consapevole della violazione delle regole. Va beh...si dice...ma è un peccato veniale, truccare le carte per poter accedere a un iter. Quello che conta, in fondo, è che quell'iter sia stato brillantemente superato (con questa logica, tanto per fare un esempio preso dalle cronache, dovrebbero poter esercitare la professione di medico dentista anche tutti coloro che si siano dimostrati capaci, pur non avendo una laurea)
Se poi un allevatore dà un proprio cane famoso in stazione di monta a un amico giudice tedesco e , guarda caso, lo stesso anno, una figlia di quel cane ottiene il titolo di siegerin al Campionato del mondo con quello stesso giudice ? Si tratta di un chiaro caso di "oculata gestione".
Se poi quella cagna si sospetta venga venduta in Cina nonostante una scrittura privata che stabilisce che non si poteva vendere e un legittimo proprietario intenta una causa legale? “Gli sta bene al proprietario che abbiano tentato di fregarlo, che si aspettava a mettersi con certi personaggi?” (non è un nostro pensiero ma citazione da scritti su un noto forum del pastore tedesco). Ehm...già...il caso Wafa. E prima ancora la questione Tarantino. Ne abbiamo ri-scritto (dopo avere denunciato i fatti all'epoca) anche nel “Perchè non credo ai buoni propositi espressi dal neo-Presidente SAS nel suo saluto” (marzo 2010)
Ma la memoria dei soci SAS pare essere inferiore a quella di un malato di Alzheimer.
Figuriamoci se qualcuno, eccezion fatta forse per il signor Pirola che di Fendi era (o pensava di essere, in un caso Wafa antelitteram?) il proprietario, ricorda che i destini italiani si sono, in passato, incrociati con quelli di Meyer, visto che, proprio nel protocollo di Hamm, viene citata una classe giovani femmine della Siegerschau 1995 dove si insinua Meyer abbia classificato al secondo posto una cagna di cui era il co-proprietario insieme a Werner Bretahuer. La cagna era proprio Fendi della Valcuvia ed era stata acquistata da Brethauer prima del campionato per, si dichiara in quel documento, la cifra di 40.000 marchi. Il denunciante, Harald Brethauer, era all'epoca stretto collaboratore di Meyer (vi ricordate quel signore magro che conduceva Dux della Valcuvia l'anno in cui fece il Sieger in giovani...o anche il sieger dei giovani al Campionato italiano 2002 ?)
Già ma, in Italia, certe cose non succedono.
Non succede che i titoli di Auslese vengano concessi non in base al reale valore dei cani ma per motivi elettorali o di convenienza.
Certo non succede che un responsabile allevamento contravvenga a tutto quanto professato, ad esempio riguardo alla taglia, inserendo tra i titolati un Quattro de Partnachklamm (ops..e Rapi Supra??? eh che diamine, mica giudicava il responsabile! ), non succede che un responsabile percepisca percentuali sulle monte degli stalloni da lui titolati come si vocifera abbia fatto Meyer (ops...magari succede che un responsabile importi e pubblicizzi cani per le monte...con qualche sospetto che la sua posizione di potere influisca non poco sulle scelte degli allevatori... e qualcuno potrebbe anche insinuare che il gestire il destino espositivo degli stalloni potrebbe indurre nella tentazione di penalizzare potenziali concorrenti)
Non succede che un responsabile allevamento possa essere implicato in una questione che riguarda una vendita di un cane con garanzia di un piazzamento come si dice sia accaduto per Toni Rieser Perle. Già, il caso di Toni Rieser Perle. Quello finito sulla stampa tedesca e che ha fatto un enorme scalpore (qui il nostro articolo con la traduzione dell'articolo pubblicato dal settimanale Wuff ). Che non riguarda, ufficialmente, Meyer. Ma, si dice: “Meyer non è estraneo alla vicenda perchè sono noti i suoi rapporti con Josephine Kao e con Karthaiser”.
Il “si dice” vale per Meyer perchè se, a proposito del caso Wafa di Casa Cacozza, si afferma che “si sanno i rapporti tra Musolino e Bochicchio”...qualche solerte difensore ricorda subito che, nelle vicende giudiziarie ancora in corso che comprendono, tra l'altro, anche un processo penale per appropriazione indebita a carico di Bochicchio, Musolino è solo un testimone dei fatti.
Che poi a qualcuno verrebbe pure in mente di ricordare che Bochicchio (e non Musolino che non ha mai toccato il pedigree di Quai) era il proprietario del Thermodos e che risultata essere stato lui a girarlo alla moglie del signor Tarantino.
Perchè parliamo di Quai Thermodos? Perchè, a fine 2003, venne pubblicata su internet una lettera autografa in cui Tarantino dichiarava che di aver acquistato il cane da Luciano Musolino con la garanzia del titolo di Auslese...ops...sì avete letto bene...con la garanzia del titolo (ma la maggioranza dei consiglieri SAS dell'epoca, messa a conoscenza dello scritto, non ha ritenuto di dover approfondire)...in effetti quello stesso proprietario se non proprio ritrattata, ha lasciato "cadere la cosa" e , qualche anno dopo, ha orgogliosamente presentato un suo soggetto, Mardock della Valle del Lujo, nipote di Quai, invero davvero bello, che fece il sieger dei giovanissimi. E poco importa che lo stato delle anche di quel cane avesse subito una degenerazione tale da risultare avere una displasia grave al ricontrollo (cosa confermata dallo stesso Musolino nella nostra intervista). Non solo la notizia non venne resa pubblica (nemmeno in modo velato, come fatto per altri soggetti) ma al cane fu concesso il titolo di Auslese l'anno successivo, indicandolo anche come un ottimo riproduttore. E poco importa anche che il proprietario in questione fosse un noto camorrista (anche questo non lo stiamo dicendo noi, lo dicono la magistratura ed è scritto in tutti i giornali che hanno commentato la sua morte cruenta, avvenuta in un agguato).
Ma certo, quello che succede in Germania è altra cosa.
Poveri cani finiti in Cina, scrivono i giornalisti di Wuff...Ma noi italiani, invece? Ne vendiamo di cani ai cinesi? Certo, ovviamente (e ci sarebbe probabilmente finita pure Wafa, non fosse stato per la tenacia del legittimo proprietario). Non solo vendiamo loro i cani ma dedichiamo al Campionato di Allevamento cinese 13 (dicasi tredici) pagine della nostra rivista ufficiale (l'ultimo numero, appena recapitato ai soci). Ma come? Quel campionato dove arrivano tutti i cani frutto delle varie combine per cui si grida allo scandalo? Già proprio quello. 13 pagine sulla nostra rivista per legittimare il “grande desiderio di lavorare con la razza, svilupparsi, ottenere risultati” dei cinesi, tacciando come “pettegolezzo di stampo negativo” il dire che il livello del pastore tedesco in Cina sia cresciuto esclusivamente grazie ai soldi investiti per comprare i cani migliori. Anche Demeyer aveva parlato, nel suo blog, di questo stesso campionato. E aveva pure pubblicato una serie di foto del nostro Luciano Musolino e dei vari famosi handler tedeschi seduti in ring con i giudici. Anche noi ne avevamo scritto in merito a questa manifestazione e, come potete leggere a questo link , siamo stati sicuramente pettegoli ...
Sulla rivista SAS, invece, le foto di giudici ed espositori che chiacchierano con disinvoltura in ring non ci sono. Ci sono invece tantissime immagini di Salvatore Caniello...e deve essere un caso che, dopo l'ultima pagina con il servizio dedicato al Campionato cinese, il lettore trovi la pubblicità dello stesso Caniello che propone un paio di stalloni per le monte (ma certo..la pubblicità è pubblicità...e pazienza le foto con teste irreali e linee dorsali pennellate..ma l'impaginazione? Casuale?) Che poi il Caniello sia il presentatore, preparatore e giovane allievo dell'attuale responsabile-presidente è poco significativo? Non pensate male, perchè, citiamo da un vecchio articolo, dichiarava Musolino: “no, noi queste cose non le facciamo!!!”.
Adesso qualcuno dirà che stiamo strumentalizzando la vicenda Meyer per “parlar male” di Luciano. Il problema è che continuiamo a pensare che i comportamenti poco etici nell'esercizio dei propri ruoli istituzionali vadano stigmatizzati sempre. Sono ormai 9 anni che scriviamo le stesse, identiche cose e le abbiamo scritte anche quando c'è stato un cambio di dirigenza rivolgendo critiche a Verpelli e ai suoi consiglieri. Ovvio che, laddove il potere è più forte e sembra totalmente soggiogare le “teste pensanti” SAS , la nostra voce di denuncia ha l'obbligo di alzarsi ancora più forte. Ci dispiace, ma non siamo tra il novero di coloro che gridano e si indignano contro chi il potere lo sta perdendo...troppo facile, diceva una persona a noi cara, “ammazzare uno che caga”. Noi cerchiamo di denunciare chi, forte del proprio potere, lo utilizza a proprio piacimento, con il beneplacito di quanti, a parole ma non nei fatti, si dichiarano “diversi” e dei rodomonte da operetta che si indignano solo quando subiscono torti personali.
Ps: Meyer cadrà, se cadrà, non per le presunte violazioni commesse come giudice o Responsabile, ma per aver frodato il municipio di Kassel chiedendo un sussidio di disoccupazione quando, in realtà, percepiva una rendita, oppure per aver sottratto soldi al fisco dichiarando un valore di vendita dei cani inferiore a quello realmente percepito. (vedi nostro articolo in merito)
In Germania, si sa, su queste cose non perdonano.
In Italia, invece, l'evasore fiscale o presunto tale, viene considerato con ammirazione, come un “Furbo”.
Daniela Dondero e Leandro Falaschetti, 27 agosto 2012.