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I nostri articoli sul Pastore tedesco


Il Pastore tedesco e i Media: tra disinformazione e riflessioni serie sul futuro della razza.
Polizei schafft Schaeferhunde ab

Dopo lo scalpore suscitato dal video realizzato due anni fa dalla televisione tedesca SWR: "Pflegefall Schäferhund - vom Ende einer deutschen Legende" (ne abbiamo parlato in questa pagina), un'altra "offensiva mediatica" si abbatte sul Pastore tedesco in Germania, con eco che, stranamente, arriva anche ai media italiani. Il popolare giornale tedesco Bild pubblica, il 22 agosto, un articolo dal provocatorio titolo Zu dumm? Polizei schafft Deutschen Schäferhund ab! (la traduzione è più o meno: "troppo stupido? La polizia rinuncia al pastore tedesco!). L'articolo è un'intervista a Thorsten Behlau, responsabile dell'allevamento dei cani delle unità cinofile della polizia di Schloss-Holte Stuckenbrock. Behlau racconta come loro abbiano cominciato ad allevare, dal 1988, pastori tedeschi, ma, da qualche anno, abbiano preferito allevare solo i malinois, ritenuti più idonei al lavoro, perchè più robusti, dinamici, duttili, dotati di grande istinto predatorio rispetto ai colleghi pastori tedeschi. Behalu racconta di come la polizia di Schloss Holte Stuckenbrock abbia 7 fattrici di pastore belga che producono una cucciolata all'anno. In totale la produzione è di non più di 70 cuccioli, il 50% dei quali viene scartato perchè non idoneo al lavoro in polizia. L'intervista, piuttosto breve e nemmeno troppo approfondita, ha avuto una vastissima diffusione; è sufficiente inserire su Google il titolo dell'articolo per trovare una marea di riferimenti,su giornali e blog, che, però si limitano a riportare la notizia aggiungendo o approfondendo ben poco. Si leggono alcuni dati relativi al fatto che, nelle polizie cinofile di alcune regioni, i malinois abbiano sovrastato, numericamente, i pastori tedeschi e, tra i motivi di tale scelta, viene indicato anche quello economico, essendo i pastori belgi meno cari dei pastori tedeschi. Pronta la risposta ufficiale della SV (ripresa in alcuni degli articoli). Heiko Grube, responsabile della stampa per la società che tutela il pastore tedesco in Germania, ha scritto immediatamente (il 23 agosto) un articolo subito pubblicato sul sito SV a difesa del pastore tedesco, dove rammenta i numeri del pastore tedesco (sia come allevamento -un milione di cuccioli nati nel mondo nel 2010- che come associazioni che, in tutto il mondo, lo tutelano), la sua versatilità di impiego, il fatto che, a tutt'oggi, sul giornale SV si trovino numerosissimi annunci delle varie polizie tedesche che acquistano pastori tedeschi di un anno, esenti da displasia e di buon carattere, per impiegarli nelle unità cinofile. Grube ricorda inoltre che gli impieghi in polizia sono diversi e che diverse sono le razze impiegate, ciascuna in base alle proprie peculiarità, invita ad assistere alla Bundessiegerprufung di Meppen del 23-25 settembre (il campionato tedesco di addestramento) per verificare la qualità dei pastori tedeschi attuali e stigmatizza la ricerca di sensazionalismo nell'articolo (specie nel titolo) del quotidiano Bild, invitando i giornalisti a scrivere il prossimo articolo insieme a lui.

In Italia. Mentre non vi era stata alcuna eco, sui media italiani, del filmato della SWR sulla "fine di una leggenda tedesca ", la notizia che i pastori belgi abbiano soppiantato il pt proprio nella madrepatria del pastore tedesco arriva con vasta eco anche sui nostri media, battuta anche dall'Ansa. Un articolo della Stampa dal titolo "Addio Rex" (tutto sommato abbastanza equilibrato) e un abberrante servizio al TG5, degno della peggior disinformazione. Il TG5 veramente da il peggio di sè. La giornalista rammenta come l'allevamento per fini estetici abbia peggiorato i problemi alle anche (!?!?!?!?), mentre da un punto di vista caratteriale il pt sia sempre più aggressivo e meno adatto ad essere un cane da famiglia (!?!?!?!?). Il commento si ascolta mentre si vedono le immagini di un'unità cinofila che impiega un malinois e ....un pastore tedesco nero, con tutta probabilità non ritenuto dall'informata giornalista un pastore tedesco visto il colore del mantello .... Chicca finale, la giornalista annuncia l'intervista sull'argomento a un "grande conoscitore della razza" .Accidenti, avranno intervistato un famoso giudice, un noto allevatore, un conduttore blasonato, un componente della dirigenza dell'associazione che tutela la razza? Niente di tutto questo. Il grande esperto è nientepopodimeno che...Kaspar Capparoni, l'attore che interpreta la fiction cinematografica Rex. La competenza di Capparoni però, ci viene spiegata dallo stesso intervistato. Ha sempre avuto pastori tedeschi, sin dalla sua nascita. E questo, of course, lo rende un esperto della razza....più o meno quanto lo sono il tuttologo da parco (avete presente quelli che "il pastore tedesco puro ha le macchie sulla lingua perchè tutti i miei pt le avevano?") o la sciuramaria (citazione da Valeria Rossi) che ha sempre avuto "cani lupo". Ovviamente il sedicente esperto sentenzia che "non ci sono più i pastori tedeschi di una volta" (già...e nemmeno le mezze stagioni). Urge intervento dell' Heiko Grube nostrano (la rima mettetela voi).

Detto questo e stigmatizzati toni e modi con cui è stata diffusa la notizia, restano le riflessioni, gravi, sullo stato di salute attuale della nostra amata razza.
Quanto contenuto nel filmato televisivo del 2009, così come le notizie diffuse dalla polizia del Nord Reno Westfalia, non si possono e non si devono ignorare, trincerandosi dietro al fatto che il pastore tedesco resta la razza più amata, allevata e con la maggiore duttilità di impieghi. In polizia gli stanno preferendo il malinois, nella guida per non vedenti i labrador, i numeri dei pastori tedeschi che partecipano, in Germania, alle prove per conduzione del gregge si stanno sempre più assottigliando, i cani da esposizione sono ormai caratterialmente una patetica controfigura del fiero e indomito pastore tedesco, i cani utilizzati nello sport dell'utilità e difesa hanno avuto una selezione monca, volta solo a accentuare alcuni aspetti caratteriali, del tutto dimentica del resto. La selezione del pastore tedesco per colpa delle derive agonistiche ha allontanato il nostro cane dallo standard (potete leggere in proposito i nostri articoli nella sezione Il Pastore tedesco è un cane da lavoro) . Persino l'attuale Presidente e Responsabile dell'Allevamento SAS ammette: " Oggi noi ci stiamo allontanando dallo standard. Lo continuo a dire.[...] Se noi giudichiamo standard alla mano, non sai che pesci prendere." (cfr Intervista a Luciano Musolino) . E' quindi inutile e pericoloso indignarsi per il modo in cui i media trattano la questione e rifiutarsi di vedere il problema che, purtroppo, esiste eccome.
Come struzzi l'SV, la SAS e le associazioni preposte alla tutela della razza fanno corpo unico a difendere il loro prodotto, ma non sembrano disposte a muovere un solo passo nella direzione di una vera, reale, tutela della razza.
Salute, funzionalità, equilibrio caratteriale.
Oggi abbiamo pastori tedeschi allergici alla carne, femmine che non sono in grado di allevare i propri cuccioli, stalloni che faticano a coprire, soggetti con costruzioni che si allontanano dallo standard e che rendono il cane non più funzionale, problemi di salute (displasia delle anche e del gomito, cauda equina, problemi cardiaci) che, nonostante l'aumento dei controlli (almeno sulla carta), non si riescono ad arginare, caratteri che rendono il superamento di un minima prova di lavoro un ostacolo pressochè insormontabile (e puntualmente superato grazie ai trucchi, con la connivenza e il beneplacito di giudici e dirigenti dell'associazione di razza), soggetti impiegati in utilità e difesa privi di equilibrio caratteriale o con gravi problemi di sanità ossea (come evidenziato dallo stesso Raiser in una famosa intervista). Il tutto in un sistema dove si finge di non vedere e dove allevatori, espositori e conduttori inventano sempre nuovi escamotage pur di non rinunciare allo stallone macchina da soldi, al soggetto bello e appariscente, al cane capace di raggiungere l'eccellente in IPO3. Le finalità della selezione sono divenute solo quelle agonistiche (ed economiche), con buona pace della salute e della sopravvivenza stessa di una razza straordinaria come il pastore tedesco.
Indignarsi per come i media denigrino il nostro amato cane, tuonare contro la disinformazione, cercare magari le motivazioni di un qualche "complotto" volto a favorire altre razze a scapito del pastore tedesco, fingendo di non vedere come, al di là delle esagerazioni e delle invenzioni mediatiche, il problema esista realmente...è come ostinarsi a ritenere che il problema più grande di Palermo...sia il traffico.

Daniela Dondero e Leandro Falaschetti, 27 agosto 2011

 

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