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Una buona classe, 43 soggetti presentati, 34 terminano la prova, otto di loro ottengono il titolo di auslese. Classe complessivamente ben giudicata. Intendiamoci, qui non si danno pagelle a nessuno e tanto meno potrei darle io, ma è mia personale convinzione che il giudizio è un po’ come un compito di matematica: se rispetti le regole e segui i passaggi arrivi, come i compagni di classe che lo fanno, alla medesima soluzione. Certo alcuni percorsi possono essere leggermente diversi,a seconda dell’estro personale e alla padronanza della materia, ma, applicando le regole nel medesimo modo, il risultato finale è uguale per tutti. Diversamente vorrà dire che hai propensione per la musica, le arti, le lettere o l’educazione fisica ma la matematica “non e’ arte la tua”.Il principio che si vorrebbe far passare è che il giudice è una specie di guru, detentore di formule e saperi sconosciuti e quindi scevro da ogni forma di controllo. Per cui c'è chi dice: “io la vedo così” chi dà maggiore o minore importanza a “pezzi di standard” chi si fissa con le teste,i colori,i caratteri e chi invece fa unicamente i cazzi suoi. Perchè il giudizio è una gran forma di potere, per il giudice e per chi ti mette a giudicare e allora si vanno a far fottere gli algoritmi, l’algebra e il teorema di pitagora e, alla bisogna, si mettono in discussione anche le tabelline. Così uno + uno fa tre, perché:“io la vedo così” e il nostro amato pastore tedesco da rettangolare diventa quadrato e, se è necessario far piacere a qualcuno, anche triangolare, basta farlo girare nel ring impennato. Ovviamente a questo bisogna aggiungere i risultati del campionato tedesco. Chi consegue, conquista o “acquista” un risultato alla Siegerschau (il tariffario lo troverete prima o poi sul sito SV) ha diritto ovviamente ad un trattamento di riguardo al Campionato italiano. E allora fra pressioni, conquiste, acquisti,….cani di presidenti , segretari revisori di conti e “potenti di sempre”, il giudice ne esce fortemente destabilizzato.
Ho seguito anche per questa classe tutte le prove caratteriali,non senza una qualche difficoltà.Spesso sui due campi si partiva in simultanea ed era quasi come assistere allo spettacolo delle frecce tricolore.Alla fine della giornata ero stanco, felice e avevo la faccia molto somigliante a quella del noto attore e commediografo londinese Marty Feldman.
(Eccezion fatta per questa di Feldman e quelle della "confusione" in ring, cliccando sulle immagini inserite nell'articolo potrete aprire in una nuova finestra l'ingrandimento).
Sieger della classe e meritatamente Elly del Seprio,
figlia del sieger Zamp von Thermodos, riveniente da analogo titolo in Germania, è un soggetto al di sopra della media taglia, di buona sostanza, assolutamente asciutta ,solida e corretta, ottimamente pigmentata, armonica a tutte le andatura. Già Auslese SV lo scorso anno si presenta ulteriormente maturata e conquista con decisione la piazza più ambita. E’ il frutto di una buona fusione compensativa tra la classe, la potenza e le “naturali esagerazioni” di Zamp (un Auslese deve sempre avere qualcosa di eclatante) e la costruzione super economica di Rikkor, seppur mediata dalla presenza di un'altra grande del passato, la Kelli von Arminius (VA2), sorella di Karly e mamma di Valium. Piacevolezza, prepotenza di tipo, costruzione senza economia di Zamp e, concediamoglielo, correttezza delle angolature posteriori e solidità di Rikkor. Un buon risultato, non c’e dubbio.
Vice Sieger Chira del Frutteto,
figlia di Barros Furstenau per la Demi Napaweinberg, una femmina scelta nello sconfinato harem di Verpelli. Occorre sottolineare,e dare merito, che i cani Frutteto sono spesso frutto di miscele e alchimie inedite tra soggetti spesso scovati nei meandri più nascosti del pianeta e che Verpelli ha dato lustro ad allevamenti sconosciuti e dai nomi impronunciabili. Resta un dubbio: ma il “sciur” Ambrogio sa quanti cani possiede e dove sono allocati?
Tornando alla cagna, probabilmente un buon soggetto, non in grandi condizioni di forma, ha trasformato la giornata di Ezio Roman in un inferno: è un po’ come succede in classe quando si vuol promuovere a tutti costi il “ somarello raccomandato”di turno (una vice sieger tedesca è più di una raccomandazione): per portarlo alla sufficienza si innalza la media di tutta la classe. E, per promuoverla, più che la buona volontà c’e’ voluta una forzatura dei regolamenti. Un attacco da “presente pallido” che ha condizionato la gara di tutti e che ha consigliato il nostro tecnico migliore a tacere ogni forma di voto, perchè 3/3 4/4 5/5 sarebbe stato solo dar numeri. Ma allora, sant’Ezio da Borgomanero che hai teso la mano a tutti, un aiutino al nostro piccolo Alessio lo potevi dare.
A soli quindici anni ha lasciato mamma e papà in Sicilia, ha affrontato da solo 2000 km , ha preparato per un anno la cagna da solo, lui….e la sua passione; si è visto da solo nel campo, lui e la sua Afra, per la prima volta solo e in mezzo a mille persone ed ha fatto quel che poteva. “Presente”. Grande Alessio, noi diamo dieci a te e 2/3 a ezio ….rimandato in pedagogia…….e pure psicologia . Ad una vice Sieger al Campionato del mondo, per giunta non in gran condizione, consiglierei di starsene a casa evitando cosi’ una pessima figura ed ai “santi” di fare gli straordinari. Questa è semplice “bulimia” da risultati.
Terza auslese Carlotta di casa Beggiato.
Un soggetto normale e che ha nella sua normalita’ la probabile fonte del suo fascino, resta inteso per chi la trova affascinante. Fresca di un secondo eccellente alla Siegerschau è ovviamente posizionata dal giudice in rigoroso ordine “alfabetico”. Figlia di Ramiro von Arlett, del quale ripropone pienamente tipo, proporzioni e costruzione notevolmente compressi, è un soggetto di media taglia e sostanza, di buon tipo, con ottimi angoli posteriori e groppa corta e sfuggente; lo sterno è corto, ottima la mobilità dell’anteriore.
Quarta auslese Afra del Seprio.
Figlia di Irok Karanberg ,per una figlia di Dux. Soggetto molto forte, robusta e sostanziosa, con altalenanti risultati in Germania. Chi ha ragione? Hans Peter Rieker,che la posizione 1 eccellente SV e Auslese italiana o Setzer che la mette 33 eccellente? Gazzetta non ha dubbi e, piazzandola tra le Auslese di punta, dimostra di gradire il soggetto.
Quinta Auslese Deemoy du Val d’Anzin.
Figlia di Adel Val d'Anzin è un soggetto di assoluta media taglia e sostanza, molto belli il tipo, la pigmentazione e la costruzione generale, assolutamente asciutta e tonica, muove bene a tutte le andature anche in virtù delle sue correttezze angolari. E’ una delle cagne più belle e interessanti della classe ed avrebbe, in assenza della “gogna” dei risultati tedeschi, meritato molto di più. Proviene da uno dei migliori, se non il migliore, allevamento al mondo non tedesco. Mi colpiscono in questo soggetto l’essenzialità e l’armonia della costruzione e la massima aderenza al tipo dell’allevamento di provenienza.
Sesta Auslese Kalia di Casa Massarelli.
Il padre è Furbo per la Wicky Kuckucsland, figlia di Zamp Thermodos e con, in terza generazione, l’auslese SV Repetition Amanda,figlia di Zicco Arminius. E’ un soggetto grande, sostanzioso , di buon tipo, con ottime proporzioni generali. Ripropone migliorato il tipo materno e arriva al campionato forte di diversi piazzamenti di rilievo durante la passata stagione. Ha il suo punto di forza nella costanza di movimento che gli consente di guadagnare un posto anche se lascia un po’ a desiderare la solidità del posteriore, retaggio del connubio Zamp-Furbo.
Settima auslese Uva del Rione Antico:
conquista il titolo contro tutto e “tutti” e riscuote il premio di una stagione passata in giro per i campi italiani sempre da protagonista assoluta. Beniamina del pubblico, meno delle alte sfere “sas”, si presenta
in campo con un 5/5 frutto delle indiscusse doti caratteriali, della costante e “dispendiosa” applicazione
del duo R(Ronzino) & R(Rosa) Spagnolo, della grande maestria di Salvatore Fontana che ha faticato non poco per gestirne l’esuberanza. Monumentale da ferma, con note caratteriali molto vicine all’ideale di razza (forte, socievole, esente da qualsiasi forma di isteria, pregio questo non sempre presente, nemmeno nei cani da lavoro) è un prototipo e, come tale, difficilmente si potranno pretendere da lei grandi prestazioni in ring e ancor meno sul “lungo cammino”. Notevoli le angolature sia anteriori che posteriori (tendenti al limite massimo) come pure i volumi delle masse.Viene da un progetto allevatoriale costruito a più mani che affonda le radici in un trentennio e che ha prodotto complessivamente quattro Auslese e una quindicina di eccellenti al campionato, filone ben lungi dall’essere esaurito. Ora……..in riproduzione. Ottima l’interpretazione del giudice che riesce a “mediare” anche “eventuali” personali convinzioni sorvolando su alcune defaillance e corredandone l’immagine con un ottimo giudizio.
Ottava auslese Julia di Ca' San Marco:
figlia di Vando di Zenevredo per una figlia di Solo Frutteto, ripropone assolutamente migliorate le caratteristiche paterne. Classe, asciuttezza d’insieme unite ad un ottima mobilità dell’angolatura anteriore e ad una corretta angolatura del posteriore, caratteristica, questa, migliorativa rispetto al padre. Come pure è da sottolineare la notevole sapienza d’allevamento nel coniugare le valenze positive dell’incontro tra la linea paterna di Vegas e quella materna di Ursus, lasciando intravedere le note positive quali classe,asciuttezza,temperamento, tipo e rendendo latenti quelle negative:angoli del posteriore su tutti..Ottima la prova caratteriale.
Fra le eccellenti ,forse un qualche avanzamento in classifica lo avrebbero meritato la Ussy dell’Alto Pino e la Bine di Villa Andrei mentre avrei i miei dubbi sulla terza eccellente Quenni vd Rochele Ranch (“ na sorta di giovane” quanto a taglia e non piacevolissima probabilmente a causa del le condizioni di forma) che però si presentava forte di un V25 alla SV (dannata Siegerschau). Eccessivamente sacrificata la Wvillà di Villa dei Cedri, un soggetto con bellissima impronta, ottimi colori e doti caratteriali (5/5) tra le migliori della classe.
Molto apprezzabile la tenuta e soprattutto la “pulizia” del ring da parte del giudice (in altre classi ci si è attestati a livello di mercato ortofrutticolo)
oltreche’ la padronza dialettica del giudizio. “Laddove possibile” ha confortato le scelte operate rendendole ai più condivisibili, anche se alcune di quelle scelte sono state probabilmente obbligate dai risultati agonistici dell’annata, “In primis” quelli tedeschi. Resta comunque da definire l’esatta valenza da dare ai risultati della Siegherschau che, di fatto, sembrano ridurre al ruolo di mero esecutore il giudice italiano della classe.
Oronzo Giangreco